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Conte contro tutti sul Mes. "Su di me accuse infamanti". Alla Camera scoppia la bagarre

Carlo Antini
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Il premier Conte risponde alla Camera dei Deputati sulle accuse che gli sono state mosse dall'opposizione sulla gestione del Mes. «Mi sono sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui "disinvoltura" a restituire la verità e la cui "resistenza" a studiare i dossier mi sono ben note, quanto del comportamento della deputata Meloni di diffondere notizie allarmistiche, palesemente false, che hanno destato preoccupazione nei cittadini e, in particolare, nei risparmiatori: è stato detto che sarebbe prevista la "confisca dei conti correnti dei risparmiatori" e, più in generale, che "tutti i nostri risparmi verrebbero posti a rischio"; è stato detto che il Mes servirebbe solo a beneficiare le banche altrui e non le nostre. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte in aula, nell'informativa sul Mes. E ancora: «Le accuse che mi sono state rivolte, tuttavia, trascendono ampiamente i più accesi toni e le più aspre contestazioni che caratterizzano l'odierna dialettica politica, già di per sé ben poco incline alla "cura delle parole". Siamo al cospetto di un'accusa gravissima». Così il premier, Giuseppe Conte, durante l'informativa sul Mes alla Camera. «Da alcune settimane - aggiunge - i massimi esponenti di alcune forze di opposizione hanno condotto una insistita, capillare campagna mediatica, accusandomi di avere adottato, nel corso di questo negoziato con le Istituzioni europee, condotte talmente improprie e illegittime da essermi reso responsabile di "alto tradimento". Sarei, quindi, uno spergiuro. Questo perché sarei venuto meno al vincolo, assunto al momento in cui mi è stato conferito l'incarico di Presidente del Consiglio, di essere fedele alla Repubblica, di osservarne la Costituzione e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione. Si è perfino adombrato che avrei tenuto questa condotta per biechi interessi personali, anteposti al dovere di tutelare l'interesse nazionale. Questa accusa, possiamo convenirne tutti, non rientra nell'ambito dell'ordinaria polemica politica. Quando sono venuto dinanzi a Voi per chiederVi la fiducia ho invocato, per questa nuova stagione politica, un "linguaggio mite", ho auspicato che la Politica, con la P maiuscola, potesse riporre una particolare attenzione alla "cura delle parole".  Per approfondire leggi anche: Il governo si spacca sul Mes. Decide il Parlamento

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