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Salvini sostiene la nostra campagna: "Firmo anch'io per gli asili sicuri"

Nunzia De Girolamo
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Una settimana fa due insegnanti di un asilo del Cosentino sono state arrestate per maltrattamenti. Quelle immagini, da padre, l'hanno turbata? «Mi fanno davvero incazzare. Altro che turbato. Prendersela con i bambini è da infami e spero che nessuno tiri in ballo durante il processo circostanze, perizie, attenuanti o altre scemenze. Nell'Italia che ho in mente io chi maltratta i bambini va in galera e resta in galera, senza Se e senza Ma. Quando poi i colpevoli sono coloro che hanno il compito di prendersene cura, allora davvero non ho più parole. Solo schifo. Schifo e rabbia». Lei si è sempre detto favorevole alle telecamere negli asili e nelle case di riposo per dare voce agli indifesi. Continua a pensare che sia una battaglia giusta? «Certo che sì e sinceramente non vedo dove possa essere il problema, non capisco chi ci critica per questa proposta! Le telecamere negli asili e nelle case di riposo sono il modo più normale, sicuro e peraltro anche il meno invasivo per prevenire certi comportamenti. Perché finché non ci saranno continueremo a sperare nel coraggio di chi denuncia e nella professionalità di polizia e carabinieri che indagano, che peraltro per dimostrare i maltrattamenti di norma sa cosa fanno? Installano delle telecamere nascoste!». Dunque possiamo contare anche sulla sua firma alla nostra petizione? «Sul mio sostegno senza dubbio, anche perché quando eravamo al Governo noi avevamo già approvato alla Camera un disegno di legge analogo che si è poi sommato al nostro al Senato». Quando era al governo Lei ha annunciato che aveva trovato le risorse per l'installazione delle telecamere. Che fine ha fatto l'emendamento alla legge di bilancio a prima firma della Lega? E perché la legge non è ancora in vigore? «Era tutto pronto per l'inizio dell'iter al Senato, soprattutto noi avevamo reperito dal bilancio i fondi necessari che temo il nuovo esecutivo abbia tagliato per far bella figura con Bruxelles, anche perché la nuova maggioranza giallorossa aveva già annunciato di avere altre e più importanti priorità. Forse la tassa sulle sigarette elettroniche?! Comunque il nostro emendamento a bilancio non mancherà, ho voluto essere io stesso il primo firmatario e mi auguro che passi all'unanimità, in nome non di Salvini, ma del buonsenso. Tuttavia se cosí non fosse, almeno avremo fatto chiarezza tra chi i bambini e gli anziani li vuole tutelare sul serio e chi no...». Il silenzio alimenta gli orrori. Secondo Lei cosa spinge una parte del Senato a girare la testa dall'altra parte rispetto ad un tema così sensibile per le famiglie? «Lo chieda a loro. Io ogni tanto sento qualche paranoia sulla privacy, ma mi sembrano solo futili pretesti. È ovvio che l'accesso alle immagini sarebbe strettamente riservato a chi di dovere e solo per accertare i fatti. Temo che chi non vuole votare questa proposta lo faccia per partito preso, quelli della serie "mai con Salvini", peccato però che il conto della loro ipocrisia alla fine lo pagheranno i bambini e gli anziani in condizioni di fragilità. Davvero un bel risultato per il Paese...». Matteo Grossi, primo sindaco d'Italia ad istallare autonomamente le telecamere ha dichiarato che «la politica non ama la parola prevenzione!». Condivide? «Ma certo! Prevenzione e tutela, sia verso i bambini, ma anche verso gli operatori che in qualunque grave controversia potranno contare su una prova in più per dimostrare di essersi comportati con professionalità. Chi ha paura della verità?». La Regione Lombardia stanzierà fondi per l'installazione delle telecamere. Se dovesse vincere in Emilia Romagna sarà una priorità per il governo regionale di centrodestra? «Ha detto bene: una priorità. E come sempre, grazie al voto degli emiliani e dei romagnoli, sono sicuro che Lucia Borgonzoni saprà mettere in campo un provvedimento concreto, efficace e di buonsenso. La migliore risposta alla sinistra che invece sta delirando sul pericolo "Grande Fratello". Ma con che coraggio, e dopo tutto quello che è successo a Bibbiano peraltro...».      

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