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Di Maio e Rousseau, bufera sul voto. "Quesito fuorviante, tutto già deciso"

I militanti scelgono se presentare le liste in Emilia Romagna e Calabria. Protesta del senatore Lanzi

Davide Di Santo
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Il leader del M5S Luigi Di Maio affronta a L'Aria che tira su La il tema del voto su Rousseau per le regionali in Emilia Romagna e Calabria. Voto che non manca di suscitare molti malumori: "Gli errori più grandi li ho fatti quando ho preso le decisioni da solo - ha detto durante la trasmissione di Myrta Merlino - Con molta umiltà credo che le decisioni importanti vadano prese con gli iscritti". Per questo "le decisioni importanti le prendiamo io e Grillo", ha poi voluto chiarire, confermando di aver sentito telefonicamente il garante pentastellato prima di indire il voto su Rousseau.  "Se ho votato su Rousseau? No, come capo politico scelgo sempre di votare il meno possibile per evitare di prendere una parte - ha detto poi il capo politico dei 5 Stelle - Di solito preferisco non votare l'una o l'altra parte ma chiedere al Movimento quale sia la direzione da prendere". Di Maio pare seppellire una volta per tutte l'asse col Pd almeno alle amministrative. "Ho parlato con i nostri parlamentari, nessuno vuole andare col Pd. Tutti mi hanno detto vogliamo presentarci da soli", ha detto ancora Di Maio sottolineando: "Se noi ci presentiamo in Emilia Romagna e Calabria adesso, non avremo tempo, ancora una volta, di fare degli stati generali in cui ci diciamo che questo Movimento ha bisogno di un'organizzazione solida". "C'è bisogno di un momento nazionale del Movimento per progettare i prossimi 10 anni", ha aggiunto il titolare della Farnesina. Ma il voto su Rousseau sta creando malumori nella basa grillina. Il senatore del Movimento cinque stelle Gabriele Lanzi, a proposito della votazione prevista per decidere se presentare la lista del Movimento alle elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria, afferma: "Credo sia importante fugare ogni dubbio sulla mia posizione relativa alla votazione di oggi su Rousseau. Siamo portavoce e come portavoce abbiamo rappresentato al capo politico quanto i territori hanno espresso in merito alla partecipazione alle regionali. Esserci. E' l'unico messaggio che abbiamo trasmesso. La domanda stessa - sottolinea in una nota - il dubbio se andare o non andare non avrebbe nemmeno dovuta essere posta, questa la precisazione più diffusa nei tavoli tenuti nelle province. Tra l'altro per come è posto il quesito sulla piattaforma Rousseau - rincara Lanzi - può certamente trarre in inganno i votanti. Come successe inizialmente nel voto per il governo con il Pd dove si scambiò il sì con il no".

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