la petizione de il tempo
Calabria e gli asili sicuri: "È una vergogna, la legge è bloccata"
«Vergogna, la sinistra non vuole questa legge… È uno scandalo». Non ha freni, Annagrazia Calabria, quando si parla della «sua» legge sull’istallazione obbligatoria di videocamere a circuito chiuso negli asili nido e nelle case di cura. Un provvedimento di cui la giovane deputata di Forza Italia è prima firmataria e che giace nei cassetti del Senato in attesa di essere calendarizzato. Un provvedimento, che mira a prevenire e contrastare maltrattamenti o abusi, anche di natura psicologica, in danno dei minori, anziani e disabili e che il 23 ottobre 2018 ha avuto il via libera della Camera con 404 voti a favore (M5s, Fi, Lega e FdI) e con l’astensione del Pd e del Gruppo Misto. Un provvedimento, tra l’altro, che ha una dotazione finanziaria di 80 milioni grazie al decreto Sblocca cantieri e che vanno ad aggiungersi ai 5 milioni previsti dal "fondo sperimentale” della stessa legge “Calabria». Forzista nel sangue, la deputata newyorkese non molla. Fin dall’adolescenza frequenta il miniclub azzurro di Forza Italia a Roma. Non a caso a 26 anni, diviene la più giovane deputata della XVI Legislatura. E oggi, dopo 11 anni, occupa ancora uno scranno a Montecitorio. Onorevole, conosce l’iniziativa del nostro giornale con la quale lanciamo un appello alle forze politiche per calendarizzare il «suo» provvedimento al Senato? «Certamente sì. Ho appena firmato la petizione, credo essere tra i primi ad averla firmata. La vostra è un’iniziativa assolutamente meritoria, in quanto vuole sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto la politica su un tema che dovrebbe stare a cuore a tutti, qual è quello della tutela dei bambini, anziani e disabili». E dire che la legge in questione alla Camera, a suo tempo, aveva ottenuto i voti di tutto il centrodestra e del M5s, mentre si sono astenuti il Pd e il Gruppo Misto. «Sicuramente da parte del Pd non vi è un favore nei confronti di questa norma. E lo vediamo, principalmente, da quello che sta accadendo in Senato, dove la legge giace senza nemmeno essere calendarizzata per l’Aula da oltre un anno. Questo è una vergogna. Lo dico, fra l’altro, perché siamo di fronte a un governo, quello giallorosso, più di sinistra che la storia della nostra Repubblica abbia avuto. La sinistra s’è sempre riempita la bocca di sostegno dei più deboli, eppure, da questa legge che va a difendere i soggetti più deboli, nella fattispecie i bambini, gli anziani e i disabili, il Partito Democratico e le altre sinistre si voltano dall’altra parte. Inaccettabile, perché su questo tema, atteso da tante famiglie italiane, il parlamento tutto potrebbe scrivere una bella pagina della nostra Repubblica. Ma nei fatti, la sinistra non vuole questa legge, è uno scandalo, ripeto». Di certo è un provvedimento complesso, animato da una serie di interessi contrapposti come la privacy, figure professionali particolare eccetera. «Indubbiamente. Ma noi abbiamo messo al centro l’interesse del bambino, dell’anziano e del disabile. A qualcuno, forse non sta bene tutto questo. Ma, comunque, lo Stato non può voltarsi dall’altra parte di fronte a certi orrori riportati, purtroppo molto spesso, dai media. E noi, di fronte a ciò, cosa diciamo alle famiglie che vivono questi drammi che alcuni partiti politici non vogliono la legge perché i sindacati hanno paura della privacy? È come mettere in dubbio la professionalità dei maestri, degli infermieri e del personale assistenziale in genere delle case di cura. Non è così, assolutamente no, perché sappiamo benissimo che la maggior parte del personale che opera in queste strutture è specializzato e affidabile. Non solo. Vorrei ricordare che il provvedimento prevede anche la formazione per tutte le figure professionali». Più volte s’è evocato il rischio che le telecamere potrebbero generare una sorta di «Grande Fratello». «La sinistra pone il problema della privacy? Il Garante per la protezione dei dati è stato udito varie volte nelle commissioni parlamentari competenti, dicendosi assolutamente favorevole al testo approvato alla Camera, e questo dovrebbe essere una garanzia per tutti». Ci sarebbero anche le risorse sufficienti per far partire il provvedimento. «Le risorse ci sono. Non solo. C’è un emendamento alla legge di Bilancio della mia collega, Gabriella Giammanco, che è relatrice del provvedimento al Senato, che mira a poter spendere concretamente le risorse. Perché non basta stanziare i soldi, ma occorre una norma che, in pratica, ne regolamenta la spesa. Senza una norma, rimane propaganda».