il piano shock
Renzi tiene in scacco il governo. Così fa il premier ombra
L’aveva annunciato, Matteo Renzi, e ieri si è materializzato, nella cornice del teatro dei Ragazzi di Torino, il piano shock di Italia viva da 120 miliardi di euro per rilanciare l’economia e «rimettere in moto l’Italia. Non è la contro-manovra», tiene subito a precisare l’ex premier, «è un elenco di opere da sbloccare. Cantieri per i quali i denari sono già previsti, ma hanno bisogno di un’accelerata. Vanno soltanto rimossi da pastoie burocratiche un po’ come abbiamo fatto qualche anno fa con l’Expo a Milano: da lì è partito tutto e ora Milano viaggia veloce. L’obiettivo è fare viaggiare l’Italia veloce quanto Milano. Con lo sblocco di infrastrutture e di cantieri, riusciremo ad evitare la crescita zero. Vogliamo semplificare e velocizzare. Andremo a proporre - aggiunge l’ex sindaco di Firenze - il piano shock casa per casa, quartiere per quartiere, alle associazioni di categoria, nelle università, ai sindacati, ai partiti di maggioranza e di opposizione. Sarà un piano di tutti. Il rapporto tra debito e Prodotto interno lordo è destinato a salire perché non c’è crescita. Senza iniziative in tal senso, noi siamo finiti come Paese». C’è pure un cronoprogramma per l’elaborazione delle misure, spiega il leader di Iv: «Lavoreremo per due mesi sul piano, andando Comune per Comune per approfondirlo insieme. Poi, sulla base di ciò che raccoglieremo, il 15 gennaio presenteremo a Giuseppe Conte un testo di legge che chiederemo di trasformare in decreto legge». Un progetto che, sottolinea sempre l’ex segretario del Partito democratico, «si rivolge soprattutto al Mezzogiorno. Abbiamo un Sud che gioca in Serie B, in parte per colpa degli amministratori locali, ma anche per mancanza di attenzione da parte del governo. Se sbloccassimo gli investimenti nel Meridione, altro che reddito di cittadinanza». Nessun affondo polemico, apparentemente, contro l’esecutivo, anche se l’ex presidente del Consiglio non manca di segnalare come, a proposito della legge di Bilancio, «nelle prossime settimane i nostri parlamentari faranno di tutto per evitare i micro balzelli che non servono a niente». Uno sguardo, poi, al futuro: «Noi ci candideremo alle elezioni regionali, a cominciare da quelle di maggio. Partiremo da quelle in Toscana, andando poi avanti facendo dei distinguo», osserva Renzi che in previsione dell’appuntamento del prossimo 26 gennaio in Emilia-Romagna si mostra fiducioso, convinto che «nonostante tutte le fake news di Matteo Salvini, nella Regione c’è un popolo che sa come fare. Evitiamo di creare difficoltà» all’attuale governatore «Stefano Bonaccini e vinceremo le elezioni senza problemi». Puntuale, ecco infine l’annuncio di un impegno, a partire dai prossimi mesi, anche in previsione delle Amministrative del 2021 proprio nel capoluogo piemontese, con Italia viva - promette Renzi - che «sarà protagonista per avere una guida all’altezza di questa città. Guida che negli ultimi anni si è smarrita con il Movimento 5 Stelle, che non ha brillato per capacità innovative». Certo che - sarà stato un caso - l’appuntamento dell’ex premier a Torino è avvenuto in contemporanea con la prima delle tre giornate del Pd a Bologna durante le quali Nicola Zingaretti ha chiamato a raccolta, per discutere e confrontarsi, il mondo produttivo, sindacale e culturale del Paese. Un modo, per Renzi, per pestare i piedi, anche dal punto di vista mediatico, ai dem.