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"Io al Colle? No grazie" La Segre è più seria del suo fan club

Riccardo Mazzoni
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Con poche, semplici e rigorose parole, Liliana Segre ha garbatamente respinto la candidatura al Quirinale che le era stata proposta da diversi pulpiti, definendola «improponibile» non solo per motivi anagrafici ma soprattutto perché ricoprire quel ruolo richiede una «competenza specifica» che lei ammette di non avere. Chapeau. La senatrice a vita ha così dato una lezione di rigore politico, culturale e anche costituzionale a chi l'aveva proposta per la massima carica dello Stato, mettendo al riparo la sua persona dalla pioggia di ipocrisia che le stava cadendo addosso. I simboli si rispettano, non si strumentalizzano, ed è indubitabile che la senatrice Segre rappresenti un simbolo ineguagliabile del riscatto dell'umanità dagli orrori dell' Olocausto. Ma proprio per questo è stato un errore coinvolgerla nelle polemiche sulla nascita della commissione contro l'antisemitismo, che avrebbe dovuto portare a una mozione unitaria e sulla quale invece la sinistra ha preferito disputare una partita spregiudicata e tutta politica... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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