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Lo scudo penale spacca il governo. Sull'ex Ilva è caos

Carlo Antini
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Tensione palpabile e un'idea ricorrente: serve altro tempo per uscire dal cul de sac Ex Ilva. Sono questi gli elementi centrali per la giornata di crisi numero 9 per il dossier, divenuto in pochi giorni il più importante per governo e maggioranza rossogialla. Mentre Arcelor Mittal ha depositato in Tribunale a Milano il recesso dal contratto, Giuseppe Conte prova a serrare le fila e Luigi Di Maio chiude alla nazionalizzazione, chiedendo compattezza al proprio esecutivo. Che ha già diverse crepe in realtà, tra malumori di una parte del M5s e le istanze di Italia viva, che ha proposto un nuovo scudo penale. L'incontro con l'azienda si terrà in settimana (ancora da fissare la data), ma il premier rilancia: «È necessario aprire un "Cantiere Taranto" con un piano strategico». Per questo serve la collaborazione di tutti i ministri, chiamati a portare proposte già al cdm di giovedì. Segnale che prima di venerdì sarà difficile vedere l'azienda, con lo stesso Di Maio che ammette: «Non esiste la bacchetta magica, per risolvere la questione serve il tempo per rimettere a norma l'impianto». Proprio i parlamentari pentastellati tarantini hanno incontrato a Chigi Conte; prima è trapelata una piccola fumata nera, poi "chiarita" da una nota dei capigruppo: «È stata una dialettica costruttiva, nessuno ha posto aut aut». La realtà è che sul ripristino di una forma - light e a tempo - di tutela legale non c'è intesa tra tutte le anime della maggioranza; situazione che fa il gioco di Mittal, al momento in una situazione di forza per una trattativa che ancora deve partire. Idealmente l'avvocato del popolo potrebbe mettere sul tavolo uno sconto sull'affitto degli impianti e l'accettazione di massimo 2mila esuberi, ma non ci sono certezze sul feedback dei franco-indiani. «L'Ilva deve continuare a produrre e il governo è impegnato collegialmente per questo obiettivo», è l'avvertimento di Roberto Gualtieri dal Mef; per questo motivo senza accordo il piano C - evitando la causa legale - sarebbe un commissariamento temporaneo da affidare al Mise. A Taranto si vivono momenti di attesa febbrile: in mattinata si è sviluppato un violento incendio nell'acciaieria 2 dell'Ex Ilva con fiamme altissime, subito domato dai vigili del fuoco. La situazione però è troppo delicata per i sindacati, che hanno scritto ad Arcelor Mittal per ribadire come non esistano le condizioni legali per la rescissione del contratto di affitto. «Riteniamo in ogni caso urgente l'incontro al Mise e il confronto per discutere sulle prospettive e sul rispetto degli accordi e degli impegni assunti», scrivono in una lettera Fiom, Fim Cisl e Uilm. «I partiti di Governo sono tutt'altro che coesi sulla necessità di reinserire lo scudo penale per durata e perimetro del piano ambientale», attacca Marco Bentivogli, che parla del Cdm di giovedì come dell'ultima chance per salvare l'Ex Ilva. Le opposizioni premono per una tutela legale ad horas per evitare alibi: l'impressione è che ci vorrà più tempo delle 48 ore annunciate mercoledì scorso da Conte per mettere un punto alla vicenda.

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