Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

"Supermario" Draghi al Colle?Salvini apre e spiazza gli alleati

Il "perché no" del leader leghista all'ex governatore della Bce terremota il centrodestra. I dubbi di Fratelli d'Italia: "Ma non ci stavamo battendo per l'elezione diretta?"

Carlantonio Solimene
  • a
  • a
  • a

Sono bastate due paroline, "why not?", in italiano "perché no?", per spiazzare gli alleati di centrodestra della Lega. E in particolare i Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. Matteo Salvini le ha pronunciate nel corso della trasmissione "Fuori dal coro", rispondendo a una domanda di Mario Giordano sulle possibilità di votare l'ormai ex governatore della Bce Mario Draghi come successore di Sergio Mattarella al Quirinale, quando quest'ultimo avrà esaurito il suo mandato, nel 2022. Una mossa un po' a sorpresa, quella di Salvini, anche perché Draghi, nell'ultimo periodo del suo mandato a Francoforte, in più occasioni non si era mostrato tenero nei confronti delle politiche messe in atto dai "populisti" italiani all'epoca del governo gialloverde. Ma le parole del leader leghista potrebbero nascondere in realtà un duplice obiettivo. Quello di completare la svolta "moderata" intrapresa nelle ultime settimane ed esplicitata dal palco di San Giovanni, con parole meno "incendiarie" e la ricucitura con Silvio Berlusconi. E quello di tranquillizzare in qualche modo l'attuale maggioranza parlamentare composta da Pd e Cinquestelle, che mirano a governare fino al 2022 anche per evitare che sul Quirinale salga un Presidente sovranista. Aprendo a una figura di garanzia come quella di Draghi, Salvini sembra insomma voler togliere ogni alibi agli attuali litigiosissimi partner di governo. Le sue parole, però, se da un lato non possono che soddisfare Silvio Berlusconi, ovvero l'uomo che sponsorizzò l'elezione di Mario Draghi al vertice della Bce, spiazzano Fratelli d'Italia. Tanto perché l'uomo di Francoforte è considerato dagli ex An uno dei protagonisti di quell'entourage continentale che negli ultimi anni ha "eterodiretto" la politica italiana. Ma anche perché proprio il partito della Meloni, con il sostegno degli alleati, ha avviato nelle ultime settimane una raccolta firme per l'elezione diretta del presidente della Repubblica. Finora non ci sono commenti ufficiali alle parole di Salvini, ma a microfoni spenti i suoi alleati non nascondono perplessità. E lo stesso leader della Lega non sembra voler tornare a breve sull'argomento: "Oggi parliamo solo di Ilva - ha detto ai giornalisti che l'hanno intercettato nei pressi di Montecitorio - siamo appena a novembre del 2019, del resto parleremo più avanti".

Dai blog