Caos Ilva, spunta la nazionalizzazione
Conte da Vespa: "Valutiamo tutte le opzioni. Scudo penale? Nel contratto non c'è"
Sul dossier dell'ex Ilva il governo valuta tutte le opzioni. Anche di nazionalizzare lo stabilimento. "Stiamo già valutando tutte le possibili alternative, ma ora non ha senso parlarne. Stiamo aspettando una risposta dal signor Mittal, che vorrei incontrare nelle prossime ore", ha detto a Porta a Porta il premier Giuseppe Conte. "Semmai questo tavolo negoziale non dovesse aprirsi o non dovesse essere proficuo nei risultati i criteri saranno la salvaguardia degli investimenti produttivi, il piano ambientale e la salvaguardia dell'occupazione. Questi sono gli obiettivi, vedremo quali sono gli strumenti migliori per arrivarci", ha aggiunto Conte. Le oscillazioni della maggioranza sullo scudo penale ad ArcelorMittal per l'ex Ilva "non mi preoccupano affatto: addirittura io invoco coesione anche rivolgendomi alle forze di minoranza su questa questione, non ho dubbi che le forze di maggioranza faranno tutto quello che va fatto per salvaguardare l'obiettivo". L'ArcelorMittal in sede di trattativa ha chiesto di formalizzare 5mila esuberi, circa la metà dei dipendenti diretti. Ma sul tavolo c'è anche la questione dello scudeo penale, la cui rimozione ha provocato la recessione dell'ArcelorMittal dal conttratto. Ma "in sede di banco di gara questo problema" dello scudo penale "non c'è, non c'è alcun riferimento ad alcuno scudo penale. Nel contratto non c'è, l'ho tradotto al signor Mittal, chi dice il contrario dice il falso", ha detto Conte a Vespa. Il problema non è quello, ma "c'è un problema di piano industriale, di sostenibilità economica". Le oscillazioni della maggioranza sullo scudo penale "non mi preoccupano affatto: addirittura io invoco coesione anche rivolgendomi alle forze di minoranza su questa questione, non ho dubbi che le forze di maggioranza faranno tutto quello che va fatto per salvaguardare l'obiettivo", ha detto ancora il premier. Prima della registrazione il presidente del Consiglio ha riferito al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l'evoluzione della situazione. Non si conoscono i particolari del colloquio, ma è nota la preoccupazione del Capo dello Stato sia per la situazione dell'azienda dell'acciaio, sia in generale per tutte le crisi aziendali che si registrano nel Paese. Mattarella ha quindi chiesto al governo di adoperarsi per trovare rapide soluzioni, visto che, come sottolineato a più riprese, l'occupazione rappresenta uno dei problemi più rilevanti per il Paese. Il Capo dello Stato ovviamente non entra nel merito delle soluzioni necessarie per superare le crisi aziendali.