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Nei guai il renziano giramondoGozi costretto a dimettersi in Francia

L'ex sottosegretario di Renzi lascia l'incarico di consigliere politico del primo ministro Edouard Philippe dopo la scoperta di un incarico di consulenza con il governo maltese

Carlantonio Solimene
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Sandro Gozi, già sottosegretario agli Affari europei nei governi di Matteo Renzi (2014-2016) e Paolo Gentiloni (2016-2018), ha dato le dimissioni da consigliere politico del primo ministro Edouard Philippe. Come ricorda la stampa francese, nei giorni scorsi Gozi è finito al centro di un aspro dibattito politico a causa di una notizia riportata dal quotidiano francese "Le Monde" e da quello maltese "Time of Malta", secondo la quale l'ex sottosegretario ha mantenuto un'attività da consulente per il governo della Valletta in parallelo con quella a Parigi. Gozi ha denunciato "dei vili attacchi", spiegando che la scelta di lasciare il posto da consigliere è stata presa per "ritrovare la piena libertà di parola" ed "evitare strumentalizzazioni politiche" che potrebbero nuocere al capo del governo. Il 22 ottobre Philippe è stato duramente interpellato sull'argomento durante una seduta all'Assemblea nazionale dal deputato dei Repubblicani Pierre Henri Dumont. Alle ultime elezioni europee di maggio, Gozi è stato eletto in 22ima posizione nella lista elettorale "Renew" della Republique en marche e grazie a questo risultato dovrebbe entrare al Parlamento europeo dopo l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. Il quotidiano francese "Le Monde" nota che questo caso si aggiunge agli altri problemi riscontrati in Europa dal presidente Emmanuel Macron, che in queste ultime settimane ha già subito un duro colpo con la bocciatura di Sylvie Goulard a candidato commissario per il Mercato Interno. Il gruppo europeo Renaissance respinge l'ipotesi secondo la quale Gozi potrebbe rinunciare al suo posto da europarlamentare in quanto si tratta di "due cose differenti". "A partire dal primo agosto io ho lavorato soltanto con il governo francese. A luglio avevo chiuso i rapporti con Malta" ha provato a giustificarsi Gozi in un'intervista a "Le Parisien". Al premier Joseph Muscat, ha spiegato, "ho dato consigli sulle questioni istituzionali dell'Ue, ma ero un esterno, non avevo un ufficio e neanche un indirizzo mail del governo". L'ex sottosegretario agli Affari europei respinge poi le accuse di essersi occupato di questioni di difesa durante il suo incarico a Matignon: "No, no e no. Se c'è una cosa che non conosco sono le questioni di difesa e di sicurezza. Ho fatto il servizio civile, sono un obiettore di coscienza. E, soprattutto, non ho la nazionalità francese, questo impedisce di occuparsi di queste cose". Caustico il commento della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: "I francesi, mica fessi, hanno cacciato Sandro Gozi scoperto a lavorare pure per il governo maltese mentre prendeva lo stipendio da Macron. Ai francesi piaceva molto il Gozi che consegnava loro le informazioni riservate apprese mentre era sottosegretario italiano agli Affari europei, ma molto meno quello che rischiava di consegnare le informazioni riservate del governo francese a Malta. Tutto giusto e di buon senso. Solo il Pd (o i renziani fa lo stesso) in Italia reputano questi vergognosi comportamenti da traditore qualcosa di cui andare fieri. Ora la sinistra non si azzardi a dare a Gozi un incarico di governo, non vogliamo consegnare la macchina pubblica a gente che ha l'abitudine di vendersi al miglior offerente".

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