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L'accordo di Malta è una gran fregatura

L'intesa con la Ue sulla redistribuzione dei migranti è un danno per l'Italia. Ecco quanti dovremmo prenderne. Suicidio per far dispetto a Salvini

Franco Bechis
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Secondo i dati dell' Unhcr, l'organizzazione delle Nazioni unite che si occupa di migrazioni, alla data del 14 ottobre erano sbarcati dal primo gennaio 8.395 migranti in Italia. Se si fosse applicato l'accordo di Malta sulla redistribuzione fra i sei paesi che hanno raggiunto l'intesa, l'Italia avreebbe avuto oggi 14.590 migranti. Se- ma non è avvenuto- si fossero aggiunti per la redistribuzione gli altri 3 o 4 paesi ventilati dal ministro italiano dell'Interno, Luciana Lamorgese, l'Italia si sarebbe trovata sempre alla stessa data con un numero di migranti oscillante fra 8.754 e 9.727. In tutti i casi citati l'Italia ne avrebbe un danno, e sarebbe costretta ad accogliere più migranti di quelli che attualmente sbarcano, sia pure facendolo in modo crescente proprio dall'inizio di settembre. Quell'accordo ancora solo sulla carta fatto a La Valletta nel mese di settembre e strombazzato dal nuovo governo come una vera e propria svolta nella politica migratoria europea, per il nostro paese è invece una solenne fregatura. Non lo sarebbe stato anni fa, ma oggi alleggeriremmo il peso degli sbarchi che attualmente avvengono sulle coste della Grecia e della Spagna, dovendo prenderci più gente di quella che redistribuiremmo agli altri. Altro che svolta, è un incredibile hara-kiri ed è solo un bene che per fortuna sia stato solo propaganda strombazzata ai quattro venti, ma alla fine nessuno abbia firmato o approvato nulla negli organismi comunitari a questo deputati. Non c'è un accordo operativo fra i sei paesi che hanno avuto l'idea balzana a la Valletta, e cioè Italia, Malta, Francia, Germania Grecia e Spagna, non è arrivata l'intesa con gli altri tre o quattro che non hanno detto no come la Finlandia (perché era il suo turno di presidenza dell'Unione), il Portogallo, l'Irlanda e il Lussemburgo. E' stata la nostra salvezza fin qui. Ma potrebbe diventare un vero dramma non solo se quell'accordo venisse davvero formalizzato e fosse operativo così come è stato immaginato, ma fosse pure esteso al numero di migranti che arriva via terra nell'Europa balcanica, in quella centrale (Germania in testa) e in quella del Nord. Perché allora l'Italia dovrebbe prepararsi a dare rifugio al triplo o al quadruplo degli attuali ospiti extracomunitari. Attraverso il Mediterraneo infatti nel 2019 fino appunto alla data del 14 ottobre sono sbarcati 87.544 migranti, e di questi la maggiore parte (50.720) sono in Grecia, poi (24.508) in Spagna, seguita dall'Italia (8.395), da Malta (2.738) e Cipro (1.183). Se si rapporta il numero di arrivi alla popolazione residente, è evidente che l'Italia è il paese che soffre meno e che meno di tutti gli altri dovrebbe ambire a una redistribuzione degli arrivi, perché ne verrebbe danneggiata. Vero che questi numeri esistono solo durante il periodo in cui Matteo Salvini era ministro dell'Interno e faceva la faccia feroce nei confronti di ong e trafficanti di uomini. Perché le coste italiane sono state il primo approdo delle migrazioni mediterranee fino al mese di maggio 2018, poi dal giugno dello scorso anno le rotte sono state dirottate sulle coste spagnole, che hanno preso il sopravvento, e già dopo l'estate l'Italia era diventata la terza meta superata pure dalla Grecia. Così a fine 2018 dei 141.475 migranti arrivati in Europa via Mediterraneo, 65.383 erano approdati in Spagna, altri 50.511 in Grecia e solo 23.370 in Italia. Motivo? Solo la faccia feroce di Salvini. La Spagna ha aperto le braccia con il governo socialista, ha accolto la prima nave ong rifiutata dal governo italiano e da lì in poi è diventata bersaglio fisso delle rotte dei trafficanti di uomini. A fine 2018 però quel buonismo è diventato impopolare, e le frontiere spagnole piano piano sono state difese. Così la Spagna è restata terra di primo approdo ancora a gennaio e febbraio, ma da marzo 2019 i numeri sono nuovamente cambiati e i trafficanti hanno preferito fare rotta sulle coste della Grecia, che in questo momento è il paese che soffre di più. Essendo stato l'Italia il paese che con il nuovo governo rossogiallo ha insistito di più sul tasto della redistribuzione, se mai l'accordo venisse raggiunto non potrà sfilarsi, sopportandone le conseguenze e maledendo il giorno in cui ha deciso di imboccare questa strada solo per fare un dispetto a Salvini, martellandosi da sola.

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