maggioranza divisa
Manovra, è rissa su tutto
L'ipotesi di tassare le sim dei cellulari. La modifica, se non l'abolizione, di Quota 100. Lo stop, magari retroattivo, ad alcune deatraibilità Irpef. Il taglio, più o meno consistente, della tassazione sui lavoratori. Su questi nodi si sono consumate le ultime ore diponibili prima di dover mandare a Bruxelles la bozza del piano programmatico di Bilancio. Pd da una parte, M5S dall'altra, e 'Italia Viva' di Renzi che cerca di ricavarsi uno spazio: il premier Giuseppe Conte, pur rassicurando che "la maggioranza è compatta", ha dovuto fare i conti con questo quadro. E si è deciso di rinviare di 24 ore il Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto mandare il piano preliminare alle istituzioni Ue. Anche il vertice di maggioranza, per confrontarsi sui conti, slitta. Dopo una giornata passata in Irpinia, il premier è rientrato a Roma con l'idea di caratterizzare ancor più la manovra con il meccanismo del cashback, magari arrivando ad un "Bonus Befana" superiore ai 500 euro ipotizzati nei giorni scorsi. Si otterrebbe un rimborso usando la carta di credito, o comunque la moneta elettronica, nei ristoranti, i parrucchieri, gli elettricisti. A Palazzo Chigi, ancor prima dell'arrivo di Conte, il ministro Dario Franceschini ha riunito i colleghi dem per fare il punto, mettendo in chiaro che per il suo partito è "irrinunciabile l'aumento degli stipendi grazie alla riduzione delle tasse". La frecciata, non esplicita, è verso il fronte pentastellato, più flessibile del Pd circa l'entità del taglio del cuneo fiscale. Il M5S, per contro, punta il dito su alcune misure ipotizzate dai dem per far cassa: revisione della Flat Tax per le Partite Iva, tasse sulle Sim ricaribili, una cancellazione delle detraibilità Irpef, che se fosse retroattiva sarebbe dolorosa per chi ha fatto delle spese pensando che avrebbe ricevuto un rimborso. Ma è soprattutto Quota 100 che i Cinque Stelle difendono le unghie e con i denti. I dem spiegano di non aver mai chiesto l'abolizione totale, semmai di allungare le finestre d'uscita, ma mantenendo la misura sino al suo naturale esaurimento nel 2021, ultimo anno in cui dovrebbe essere in vigore. Matteo Renzi, invece, spinge per togliere già da subito Quota 100, "e destinare i soldi alle famiglie e allo stipendio dei lavoratori". Da Lussemburgo, dove ha partecipato alla riunione dei ministri Ue, il capo politico M5S Luigi Di Maio ha liquidato l'ipotesi ad "una poco felice fantasia di Italia Viva", il gruppo fondato dall'ex premier. Nel caotico dibattito si è inserito anche il leader della Lega Matteo Salvini, che solo pochi mesi fa aveva lottato come un leone per realizzare Quota 100: "Se la toglieranno, sarà battaglia". Anche i sindacati hanno espresso la loro contrarietà a rivedere il pensionamento anticipato in un nuovo tavolo con il ministro dell'Economia. Di Maio, comunque, in serata ha gettato acqua sul fuoco. Rivolto al Pd, si è detto sicuro che "si troverà una quadra", perché "non è neanche immaginabile mettere i pensionati contro i lavorati". Insomma, il dialogo deve essere "responsabile" e portare ad una "manovra che unisce, non che divide". Ma i dem, pur senza rompere, hanno risposto irritati: "Sono i 5Stelle che hanno fatto saltare il vertice", hanno spiegato dal partito, sottolineando che il Pd è "infastidito dalla tecnica di far saltare gli incontri invece di risolvere i problemi". Certo, si eviterà di toccare le finestre di Quota 100 e i dem "ne sono felici" ma "vanno trovate risorse alternative che non possono gravare sul cuneo". Al tavolo sindacale è stato confermato che per l'anno prossimo saranno stanziati 3 miliardi per il taglio del cuneo fiscale. Per il rinnovo dei contratti pubblici, poi, ci dovrebbero essere altri 3 miliardi, per avere un po' più di 85 euro medi di aumento. Altre cifre, però, mancano ancora all'appello, soprattutto quelle sulle coperture. C'è chi ha ipotizzato tasse sui giochi o nuove accise, ma su questo la trattativa è ancora in corso. Il Mef, comunque, rivendica una previsione di maggiori entrate per 3 miliardi.