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Manovra, scontro in maggioranza. Italia Viva: "Stop a Quota 100"

Carlo Antini
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Vertici notturni, Cdm serale martedì e una parola d'ordine: cuneo fiscale. La maggioranza lavora contro il tempo - entro la mezzanotte del 15 il testo va inviato alla Commissione Ue - con il M5S che rilancia i suoi temi forti e Italia Viva che chiede l'abolizione di Quota 100. Dal Mef si sceglie la strada del silenzio (le riunioni sono continue per trovare le coperture, si spiega da via XX Settembre), mentre l'azionista di maggioranza Luigi Di Maio fa la voce grossa da Napoli: «La prima cosa che vogliamo fare è che tutte le correzioni sulle tasse devono essere fatte per dare ai nostri figli un Paese più verde». E ancora: da inizio o metà 2020 deve sparire il superticket per la sanità. Nel capoluogo partenopeo c'è Italia a 5 Stelle, occasione propizia per una war room sulla Legge di Bilancio. Il clima è positivo: sul tavolo spicca la riduzione del cuneo fiscale per le imprese, una misura che dovrà poi essere legata in qualche modo al salario minimo. In pratica alle aziende saranno "tolti" 2,5 miliardi, da spostare subito per una legge sulla paga minima oraria, che Di Maio punta a fissare a 9 euro lordi, mentre il Pd vorrebbe un testo ancorato alle leggi sulla contrattazione collettiva. Per il cuneo sono stati stanziati circa 2,7 miliardi per il 2020 che saliranno a 5,4 miliardi nel 2021. Numeri che non bastano per i sindacati, con la Uil che chiede di «aumentare le risorse per la riduzione del cuneo fiscale e detassare gli aumenti contrattuali. Serve un significativo passo avanti, con risultati concreti e impegni precisi». Il M5S punta anche sul carcere per i grandi evasori fiscali in presenza di reato grave e conclamato, per il quale ci sono diverse strade da vagliare: inserirlo nella legge di Bilancio o lasciarlo nel decreto fiscale. Da questa misura si punta di trovare almeno 5 miliardi, utili per districarsi tra le maglie di una manovra già depotenziata di 23 miliardi, usati per sterilizzare l'aumento dell'Iva. I punti critici sono ancora tanti: se rimangono 3,5 miliardi di coperture da trovare (sarà decisivo il dl fisco) è ancora da capire la possibile rimodulazione delle aliquote Iva. Il primo a parlarne è stato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, con l'idea di modificare gli scaglioni su alcuni beni con aumenti su quelli considerati di lusso e una riduzione su quelli basici come pane e latte. Occhio anche a Quota 100, dopo che era spuntata l'ipotesi - smentita dalla ministra Catalfo - di allungare le finestre di uscita di tre mesi (ad ora di tre per i lavoratori privati e di sei per i pubblici) per risparmiare quasi 500 milioni. «Italia Viva chiede abolizione totale e immediata di Quota100. Non perché servano soldi, o perché l'ha fatta un altro governo. Ma perché è la politica più ingiusta fatta in Italia negli ultimi 25 anni», è l'attacco di Italia Viva con Luigi Marattin, subito respinto dal leader leghista Matteo Salvini: «Renzi propone l'abolizione totale di quota 100. È solo l'ultima follia del governo delle poltrone, che ha annunciato nuove tasse su gasolio, merendine e denaro contante mentre gli sbarchi aumentano e la politica estera non esiste. Non glielo permetteremo!». In attesa di capire la scelta finale, a Palazzo Chigi il vertice notturno con Giuseppe Conte, Gualtieri, Di Maio, Dario Franceschini (Pd), Teresa Bellanova (Iv) e Roberto Speranza (LeU) andrà avanti per molto e con alte temperature. Il tutto prima del Cdm definitivo di martedì sera, con il testo che arriverà in Parlamento il 21 ottobre. Forse c'è ancora tempo per trovare risorse e appianare le divergenze.

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