manovra
Qualcosa devono comunque tassare
Una tassa sulle sim card della clientela business dei gruppi di telecomunicazioni. Sarebbe questa una delle ultime ipotesi sul tavolo del governo per la legge di bilancio. Un «balzello» che avrebbe fatto letteralmente sobbalzare sulle sedie i manager del settore, così come i sindacati di categoria che temono le eventuali conseguenze non solo per la clientela ma anche per il comparto. «Ci risulta - spiega Vito Vitale della Fistel Cisl - che la nuova tassazione dovrebbe portare nelle casse dello Stato circa un miliardo di euro con il rischio di aumentare i costi delle imprese e di diminuire i ricavi per le aziende di telecomunicazioni. Tutto ciò, in un mercato già stressato dal costo delle licenze 5G, potrebbe avere pesanti ripercussioni sulla tenuta occupazionale». Sull'ipotesi interviene anche il viceministro dell'Economia Laura Castelli. Che si mostra piuttosto critica. «L'ipotesi di tassare le sim ricaricabili - dice la Castelli - preoccupa molto sia noi 5 stelle che le aziende di telecomunicazioni, nonché i consumatori, anche per il grave impatto che avrebbe sullo sviluppo del settore e sul livello occupazionale. Anche le proposte alternative di tassare ulteriormente la clientela business, da più parti sollevate, trova la nostra ferma contrarietà. Saremo fermi su questo». Intanto prosegue il dialogo all'interno della maggioranza su una manovra che si vorrebbe con al centro le famiglie, soprattutto quelle che non hanno figli, perché l'Italia è in record negativo di natalità. Dall'Umbria, dove si vota tra un paio di settimane nel primo test locale per l'alleanza giallo-rossa, il capo politico MSS Luigi Di Maio difende la prossima legge di Bilancio. La manovra, secondo il ministro, darà una spinta alla natalità, ma anche ai salari. «Ci deve essere una misura che quando assumi devi pagare meno - spiega Di Maio - gli imprenditori pagano tre stipendi: uno al dipendente e due allo Stato, in tasse»... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI