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Spunta la tassa sulle schede SimI 5 Stelle: "Siamo contrari"

Laura Castelli

Il viceministro Laura Castelli: "Siamo preoccupati, non ci sarà"

Dario Martini
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Una tassa sulle sim card della clientela business dei gruppi di telecomunicazioni. Sarebbe questa una delle ultime ipotesi sul tavolo del governo per la legge di bilancio. Un «balzello» che avrebbe fatto letteralmente sobbalzare sulle sedie i manager del settore, così come i sindacati di categoria che temono le eventuali conseguenze non solo per la clientela ma anche per il comparto. "Ci risulta - spiega Vito Vitale della Fistel Cisl - che la nuova tassazione dovrebbe portare nelle casse dello Stato circa un miliardo di euro con il rischio di aumentate i costi delle imprese e di diminuire i ricavi per le aziende di telecomunicazioni. Tutto ciò, in un mercato già stressato dal costo delle licenze 5G, potrebbe avere pesanti ripercussioni sulla tenuta occupazionale". "E' una tassa sbagliata concettualmente. Le tlc - rincara Fabrizio Solari, segretario della Slc Cgil - sono alla base della digitalizzazione della Pa e del Paese, immaginare di tassare questo settore significa ritardare lo sviluppo dell'Italia. Si pagherebbe un conto salato dal punto di vista di minor prodotto interno lordo. Capisco la necessita' di reperire risorse, ma questa e' una scelta errata". Dai 5 Stelle però arrivaun altolà: "L'ipotesi di tassare le Sim ricaricabili preoccupa molto sia noi 5 stelle che le aziende di telecomunicazioni, nonché i consumatori, anche per il grave impatto che avrebbe sullo sviluppo del settore e sul livello occupazionale. Anche le proposte alternative di tassare ulteriormente la clientela business, da più parti sollevate, trova la nostra ferma contrarietà. Saremo fermi su questo", ha detto il viceministro dell'Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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