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Fumata nera sui capogruppo, rissa continua tra i 5 Stelle

Prosegue la fronda interna contro il capo politico Luigi Di Maio

Daniele Di Mario
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Tutto da rifare. A pochi giorni dalla manifestazione prevista per il weekend a Napoli, Italia 5 Stelle, la partita dei capigruppo si chiude con un nulla di fatto che rischia di alimentare in seno al Movimento 5 Stelle mal di pancia e nervosismi. Nessun candidato a capogruppo per il dopo Francesco D'Uva (eletto questore) e Stefano Patuanelli (nominato ministro al Mise) è riuscito infatti a raggiungere la soglia dei 109 voti alla Camera e 54 in Senato, riaprendo così una partita che porta con sé più ombre che luci. Si dovrà quindi rimettere in moto la macchina, con nuovi candidati e nuove squadre, e tornare al voto. Colpo di scena a Montecitorio dove Anna Macina, considerata la favorita, raccoglie solo 33 voti, superata di gran lunga dall'outsider Raffaele Trano, (61 preferenze). Il più votato è Francesco Silvestri, vice di D'Uva, con 67 voti, che si è presentato in ticket con Riccardo Ricciardi, considerato tra i componenti della fronda interna. Insomma, non aver dato credito a Macina, che ha seguito tutto l'iter del taglio dei parlamentari e anche l'accordo per le riforme costituzionali da affrontare nei prossimi mesi, rappresenta un chiaro messaggio ai vertici del Movimento e un "pollice verso" nei confronti di Di Maio. L'avvocato pugliese viene considerata molto vicina, infatti, al capo politico del Movimento, anche se più che "Dimaiana" preferisce essere definita lealista e lontana da guerre interne. Stessa situazione in Senato. Il più votato è stato Gianluca Perilli, che nelle ultime settimane si era portato dietro numerose critiche perché troppo simpatizzante del Conte bis. Timida la risposta alla candidatura di Danilo Toninelli, già presidente dei deputati grillini, accolta con sospetto soprattutto dai numerosi dissidenti pronti ad esplodere. Il nome dell'ex titolare del Mit, infatti, era stato letto come una mossa di Di Maio per tenere a bada proprio la fronda più consistente nel Movimento, anche se, viene spiegato, i rapporti tra Toninelli e il capo politico pentastellato sarebbero ai minimi storici a causa della mancata riconferma nel governo giallorosso. Tra i candidati pronti a raccogliere il testimone di Patuanelli anche Stefano Lucidi e Marco Pellegrini.

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