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Tra Conte e Renzi ormai è tregua armata

Il premier punzecchia: "Come posso stare sereno?". L'ex rottamatore: "Non siamo contro il governo"

Dario Borriello
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Anche la nuova maggioranza vive giorni di forti fibrillazioni. Lo scontro tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte si arricchisce di nuovi passaggi, che rendono meno solida la coalizione che sorregge il governo. A scagliare la prima pietra è il premier, che in un'intervista si chiede, con tono amaro, «Come posso stare sereno?», all'indomani della polemica sull'aumento dell'Iva, che i renziani dicono sia stato sventato proprio dall'intervento di Italia Viva, creando frizioni anche con il Pd e il M5S. «Se uno ha bisogno di rimarcare uno spazio politico e ogni giorno ripropone questa logica, ci precluderà di poter andare avanti. È inaccettabile», lancia il suo j'accuse il responsabile di Palazzo Chigi. Dal canto suo Renzi, capita l'antifona, smussa qualche angolo, ma il carattere resta sempre lo stesso, e ci tiene a mettere pubblicamente i classici puntini sulle «i», marcando le differenze dai partner: «Noi studiamo le carte, lanciamo proposte, troviamo coperture. Non siamo contro il governo, ma contro l'aumento delle tasse». All'ex senatore del Pd non sono proprio andate giù le dichiarazioni del presidente del Consiglio da Assisi, quando ha detto che l'esecutivo «non ha bisogno di fenomeni». Quelle parole sono state percepite come un atto di sfida nei suoi confronti, che vanno oltre la tenuta della maggioranza, forse già in chiave di una futura sfida elettorale. «Da quando c'è Italia Viva si discute di tasse e asili nido, non di mojito e alleanze», rintuzza infatti Renzi via Facebook. Il mirino dei big del nuovo soggetto politico, però, è puntato anche sui vecchi compagni del Partito democratico. Uno dei più bersagliati è Francesco Boccia, attuale ministro degli Affari regionali e le Autonomie, tra i primi a dirsi pubblicamente favorevole a una rimodulazione delle imposte sul valore aggiunto, in particolare di quelle sui beni considerati di lusso. Per Iv le priorità sono altre, come quelle a cui sta lavorando la ministra della Famiglia e le Pari opportunità, Elena Bonetti. Sul suo tavolo c'è il dossier del Family act, che prevede alcuni punti cruciali: il congedo parentale per i papà da portare a 10 giorni, l'assegno unico per ogni figlio, l'incremento del contributo alle Regioni per gli asili e, ovviamente, gli asili nido gratuiti. Temi su cui, sulla carta, dovrebbe esserci un consenso ampio in Parlamento. Al di là di quello che si riuscirà a tirar fuori dalla prossima manovra di bilancio, c'è comunque un presente difficile da governare. E le polemiche non giovano a nessuno, tanto che Paola De Micheli, uno dei dirigenti del Pd che ha lavorato per far nascere questo governo, prova a gettare acqua sul fuoco. «Nel precedente esecutivo c'era una vera e propria guerriglia tra idee radicalmente diverse, nel nostro caso ci sono metodi diversi per raggiungere gli stessi obiettivi». L'importante, rimarca il ministro delle Infrastrutture, è «fare sempre proposte, non critiche». La situazione, però, è già decisamente calda.

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