manovra

Salta subito la riforma del catasto

Filippo Caleri

Il governo, colto in fallo, su un presunto aumento della tassazione sulla casa immobiliare, fa subito marcia indietro. Dopo aver messo nero su bianco nella bozza della Nadef, la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, l’intenzione di mettere in campo un ddl collegato alla Manovra per rivedere le rendite catastali e allinearle ai valori di mercato, ha relegato il testo circolato nella serata di lunedì dopo il cdm, a mera bozza. Poi ieri sera nel testo ufficiale, pubblicato sul sito dell’Economia, il ddl che prevedeva la rivoluzione del catasto è evaporato. Cassato. Con ciò però sbattendo la porta in faccia a Bruxelles che, nelle raccomandazioni adottate nell’Ecofin il 9 luglio scorso, aveva chiesto all’Italia un aggiornamento dei valori catastali. A smentire pubblicamente il testo è stato ieri nel corso della registrazione di «Porta a Porta» il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani che ha detto: «Non ci sarà una riforma del catasto collegata alla prossima manovra e nella legge di bilancio non c’è alcuna previsione di entrata legata a un’imposta sugli immobili». Una strategia per evitare il rischio di impantanarsi in provvedimenti che suonassero come stangate per i proprietari di casa, la grande maggioranza degli italiani. Un primo passo indietro, un po’ goffo, che segue la querelle notturna del vertice sulla manovra tra l’ala del Pd capeggiata dal capo delegazione Pd, Dario Franceschini, che puntava a una rimodulazione delle aliquote Iva per recuperare 5 miliardi e i renziani fermi sulla necessità di sterilizzare integralmente le clausole di salvaguardia. Battaglia vinta da Italia Viva con coda polemica all’interno del Pd. Si attendono altri passi falsi. Nella nota di aggiornamento al def, ci sono anche altri ddl collegati. Si va dagli interventi nella scuola, ai sussidi alla famiglia, alla svolta ecologica, alla revisione dei ticket. E poi le riforme del fisco, con anche la riduzione del cuneo, e l’Autonomia differenziata. Bisognerà capire quali dei ddl potrà tradursi in un aggravio di tasse. Lo stesso timore dei proprietari immobiliari sta attraversando in queste ore anche gli operatori del settore dei giochi. Tra le ipotesi di lavoro dei ddl c’è il riordino dell’imposizione sui giochi, che prevede anche di allargare l’obbligo di iscrizione al registro unico per tutti gli operatori, e non solo a slot e video-lotterie. Tasse in vista. E ancora nel settore immobiliare si ventila di revisione delle cosiddette «tax expenditures» e cioè la riduzione dei bonus fiscali oggi concessi a chi fa opere di ristrutturazione, di riqualificazione energetica e di sistemazione antisismica. Un importante motore del mercato edilizio degli ultimi anni che si bloccherebbe. Anche perché sempre i rumors parlano di lasciare i bonus solo a chi ha redditi più bassi, una fascia di popolazione che però non ristruttura frequentemente come i più abbienti. Insomma il cammino della Manovra per il 2020 è iniziato, ma la strada per arrivare al testo finale è già piena di ostacoli. Chissà se come nel caso del catasto il governo preferirà saltarli o evitarli, o ci sbatterà contro.