conti da quadrare

Manovra da 30 miliardi. Niente Iva ma più deficit

Carlo Antini

Cancellazione totale degli aumenti Iva ereditati dall’anno scorso. Impegno a tagliare il cuneo fiscale per circa 2,5 miliardi nel 2020 e 5 miliardi nel 2021. Tasse a chi inquina e incentivi per comportamenti ecologici. E una gestione sempre più digitale dei pagamenti, per tracciarli ed evitare il nero, ma senza penalizzare i commercianti. La ricetta economica del governo rossogiallo prende forma. Il premier Giuseppe Conte esce da Palazzo Chigi per un caffè e annuncia ai giornalisti: «Sterilizziamo l’incremento dell’Iva, i 23 miliardi ci sono, li abbiamo trovati». Missione compiuta per l’obiettivo principale dell’esecutivo, nato anche per evitare un aumento generalizzato dei prezzi. «Ma non ci accontentiamo», sottolinea il capo dell’esecutivo più tardi, dopo un Consiglio dei ministri di circa un’ora che approva la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef), tracciando le linee guida per la prossima legge di bilancio, sintetizzate in un rapido elenco: «completa disattivazione dell’aumento dell’Iva; finanziamento delle politiche invariate per circa 0,1% di Pil; rinnovo di alcune politiche in scadenza come gli incentivi Industria 4.0». Il premier vuole mostrare attenzione ai ceti più deboli, che potranno beneficiare di un’Iva ridotta sui beni di prima necessità come pane e pasta. Queste fasce di popolazione saranno spinte ad evitare l’utilizzo del contante (e il ricorso al nero), con un’apposita card pensata proprio per loro, senza costi di utilizzo. È ancora incerto, invece, il capitolo tassazione. Il Consiglio dà un via libera ad una riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori, quantificando l’entità dei tagli in 2,5 miliardi per il 2020, che verranno raddoppiati nel 2021. Ma non è chiara quale sarà la modalità di riduzione della tassazione. Se Conte ripete di voler instaurare un "patto sociale" tra italiani e il fisco, Gualtieri, da parte sua, si concentra su un "patto verde" o "green new deal", che sarà centrale nelle scelte economiche dell’esecutivo. Con l’idea di emettere dei green bond. Le parole d’ordine saranno riconversione energetica, economia circolare, protezione dell’ambiente. Il ministro, già eurodeputato a Bruxelles fino a poche settimane fa, assicura che le istituzioni europee daranno il via libera ad una manovra. E non sarà restrittiva: fissando il deficit al 2,2% per il 2020, sarà espansiva per 0,8 punti rispetto al tendenziale. L’esecutivo, dopo una burrascosa riunione notturna tra domenica e lunedì, mostra determinazione tentando un progetto unitario, anche se Luigi Di Maio per i 5Stelle e Dario Franceschini per il Pd tengono riunioni separate, sempre a Palazzo Chigi, per definire le rispettive linee d’azione. Conte, poi, cerca di mettere a tacere voci di dissidi tra Pd e i fuoriusciti di Matteo Renzi. Anzi, il premier assicura che si consulterà con l’ex premier tutte le volte che sarà necessario, ma non vuole sentir parlare di un ruolo chiave che avrebbe Italia Viva. «La golden share ce l’hanno anche il Pd e il M5S», sottolinea. Le divergenze, comunque, restano. E si faranno visibili quando le norme verranno messe, nero su bianco, nella legge di Bilancio da discutere in Parlamento.