scontro sulla cittadinanza

"Ius soli? Pronti alla barricate". La Meloni dichiara guerra al governo

Silvia Sfregola

Il M5S paga la cambiale al Pd e torna in Aula lo "Ius Soli". Ma il provvedimento sull'immigrazione a firma Laura Boldrini - incardinato in Commissione alla Camera - fa infuriare il centrodestra che denuncia il "trappolone" del nuovo governo rosso-giallo. "FdI in piazza per la raccolta firme contro la cittadinanza automatica a immigrati". Giorgia Meloni, intervenuta da Perugia in occasione della presentazione della lista di FdI alle elezioni in Umbria annuncia la guerra al governo sullo Ius soli. La leader di Fratelli d'Italia aveva già annunciato la battaglia con un tweet. "Abbassare tasse e disoccupazione? Aiutare le imprese? Sostenere famiglie? No, la priorità del governo Pd-M5S è lo Ius Soli. @FratellidItaIia pronto a fare barricate contro la follia della cittadinanza per automatismo proposta dal governo più anti-italiano della storia. #NoIusSoli" aveva scritto la Meloni sul suo profilo social. Per @FratellidItaIia la cittadinanza italiana va meritata e concessa solo a chi ama e rispetta nostra cultura e identità. Se per Pd e M5S #IusSoli è fondamentale, abbiano coraggio di inserirlo nel loro programma elettorale e andare al voto. Siano italiani a scegliere! #NoIusSoli pic.twitter.com/bq37Oo2ANY— Giorgia Meloni ن (@GiorgiaMeloni) September 27, 2019 L'ala sinistra del Pd è tornata a chiedere lo Ius soli. A lanciare il sasso è il deputato ed ex presidente del partito, Matteo Orfini, con un messaggio affidato ai canali social con due destinatari chiarissimi: il Movimento 5 Stelle, ma anche (soprattutto) i vertici del Nazareno. "Ma se dicessimo: va bene, la prossima settimana si fa il taglio dei parlamentari (definendo con quale nuova legge elettorale). Ma quella dopo, cari alleati, con la stessa urgenza e la stessa enfasi, facciamo lo Ius soli". Il parlamentare democratico ha voluto fortissimamente riattivare un dibattito che, l'alleanza giallo-verde nel primo anno di legislatura, e la 'stabilità di governo' in questa fase iniziale di cambiamento della maggioranza, sembra essere finito nel cassetto per restarci a lungo. La proposta è di offrire una sorta di 'scambio' ai nuovi partner: il Tagliapoltrone per le modifiche alle regole sulla cittadinanza. Il tema è di quelli scottanti e al momento nessuno né Nicola Zingaretti, né tantomeno Luigi Di Maio, possono garantire che esistano condizioni e sensibilità così ampie in Parlamento da permettere un percorso tranquillo alla norma. Di contro, dall'opposizione arrivano strali all'indirizzo di Orfini, in primis da Matteo Salvini, che anche lui su Twitter ha attaccato duramente: "Se pensano di regalare la cittadinanza per tenere in piedi il governo abusivo dei traditori e dei poltronari hanno sbagliato di grosso, troveranno l'opposizione totale della Lega e della maggioranza degli italiani". Una posizione condivisa anche dagli altri partiti del centrodestra. Cosa scontata per quel che riguarda Fratelli d'Italia (Giorgia Meloni avvisa che i suoi sono pronti "a fare le barricate contro questa follia"), molto meno invece sul fronte FI. Le bordate più pesanti arrivano proprio dal gruppo di Silvio Berlusconi. "La cittadinanza non è una questione burocratica, ma valori e storia. Svendere tutto questo nella speranza di ottenere un pugno di voti in più è gravissimo", ha commentato Annagrazia Calabria. Duro anche il commento della capogruppo azzurra alla Camera, Mariastella Gelmini: "Sono temi seri e non merce di scambio politico". Mentre l'ex ministro della famiglia, il leghista Lorenzo Fontana ha tuonato: "Ius soli? Pazzesco, la cittadinanza non si regala". La partita, però, è riaperta.