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Il Pd ci riprova: subito lo ius soli

Il deputato Dem propone al M5S uno scambio col taglio dei parlamentari. Centrodestra in rivolta

Daniele Di Mario
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Lo ius soli torna al centro del dibattito politico e scatena le proteste del centrodestra. A rilanciare la proposta di rivedere le regole sulla cittadinanza è Matteo Orfini. Il deputato Pd propone una sorta di "baratto": il sì al taglio dei parlamentari in cambio della legge sullo ius soli. «Ma se dicessimo: va bene, la prossima settimana si fa il taglio dei parlamentari (definendo con quale nuova legge elettorale). Ma quella dopo, cari alleati, con la stessa urgenza e la stessa enfasi, facciamo lo ius soli», scrive su Facebook Orfini. Parole che trovano terreno fertile nel Pd, ma scatenano le proteste del centrodestra. «Rieccolo! Lo stavamo aspettando e puntualmente ad un mese dalla nascita del governo delle poltrone, delle tasse e degli immigrati ecco che arriva lo ius soli, auspicato questa mattina da Matteo Orfini - tuona il vicepresidente del Senato e big della Lega Roberto Calderoli - Attenzione, lo abbiamo bloccato nella scorsa legislatura e lo bloccheremo anche ora, se lo mettano bene in testa quelli del Pd: lo ius soli è morto e sepolto, lo abbiamo seppellito nella scorsa legislatura e nessuno lo farà risorgere, nemmeno questo governo di zombie. La legge attuale sulla cittadinanza va bene così come è e come dimostrano i numeri di nuove cittadinanze ne abbiamo concesse anche troppe in quesì ultimi anni». Anche Forza Italia attacca. «Vogliono recuperare i voti che hanno perso regalando la cittadinanza agli stranieri. Forza Italia dice no! La cittadinanza va guadagnata non regalata!», dice la deputata azzurra Deborah Bergamini. «A neanche un mese dall'insediamento del nuovo governo, il Pd ripropone il suo cavallo di battaglia ideologico: lo ius soli. Una legge alla quale ci siamo duramente opposti nella scorsa legislatura e che continueremo a contrastare con forza - attacca l'altra deputata di FI, Annagrazia Calabria - La cittadinanza non è una questione burocratica, ma implica un serio percorso di interiorizzazione dei valori, della storia, delle tradizioni e delle regole alla base della nostra nazione. Svendere tutto questo, peraltro incentivando ulteriormente l'immigrazione verso il nostro Paese, nella speranza di ottenere un pugno di voti in più è gravissimo». Della stessa opinione Francesco Paolo Sisto: «Siamo al derby ideologico tra alleati. Di fronte al fatto che il Movimento 5 Stelle sta per incassare il taglio dei parlamentari, ecco che il Pd rilancia, ributtando sul tavolo lo ius soli. Una riforma della cittadinanza inopportuna e dannosa. L'ultima proposta che i Dem volevano far passare a forza prevedeva un mix confuso tra ius soli e ius culturae che collegava l'attribuzione della cittadinanza alla sussistenza di requisiti statici, allontanandosi anni luce dal concetto costituzionale di appartenenza alla nostra collettività e impedendo qualsiasi seria verifica del rapporto tra chi richiede la cittadinanza e i valori del tessuto sociale di cui entrerà a far parte. Senza contare le ricadute in termini di incentivo all'immigrazione. Questo esecutivo si conferma, ogni giorno che passa, una vera e propria iattura».

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