Il taglio dei parlamentari in Aula il 7 ottobre. Il Pd: "Noi di parola"
Di Maio a Salvini: "Tagliamo 345 poltrone, alla faccia di chi ha fatto cadere il governo"
La riforma costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari approderà nell'Aula della Camera lunedì 7 ottobre per l'ultimo passaggio parlamentare. Le votazioni sono in programma l'8 ottobre. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Questo era il primo banco di prova a cui era chiamata la maggioranza rossogialla. Nei giorni scorsi sia Di Maio che i big grillini avevano più volte fatto presente che la fedeltà del Partito democratico sarebbe dovuta essere dimostrata in questo passaggio. "Il Pd è stato di parola, siamo persone serie e manteniamo la parola - sottolinea il presidente dei deputati dem alla Camera, Graziano Delrio - Ora il Pd si attende la stessa parola data dai 5 stelle, siamo molto fiduciosi, perché la fiducia deve essere la caratteristica di questa nuova coalizione, che" vengano effettivamente presentati e sostenuti "tutti gli emendamenti alla legge costituzionale al Senato sull'elettorato attivo e passivo, quelli che nel programma di governo abbiamo definito le garanzie e i contrappesi, e che sono già pronti per essere presentati, insieme alla revisione dei Regolamenti di camera e Senato, insieme ovviamente ad una bozza di legge elettorale che non è pronta ma sulla quale la maggioranza deve darsi tempo per discuterne". Intanto Di Maio esulta: "Oggi è una giornata importante perché mi arriva la notizia da Roma che è stato calendarizzato il 7 ottobre il disegno di legge che taglia i parlamentari. Mi ha chiamato il nostro capogruppo D'Uva. Tra una settimana e mezza con questo voto chiudiamo la partita" - ha detto il capo ministro degli Esteri collegandosi in diretta Facebook da New York. "Il taglio del numero dei parlamentari più importante della storia sarà legge grazie al M5S. Questo governo taglia 345 poltrone per sempre alla faccia di chi ha fatto cadere il governo per non tagliare i parlamentari. Vedremo chi avrà il coraggio di non votarlo". Il riferimento al leader della Lega, Matteo Salvini, è tutt'altro che casuale.