divorzio

Chi sono i 12 senatori che lasciano il Pd

Silvia Sfregola

Sono 12 i senatori che hanno comunicato stamattina l’addio al gruppo Pd di palazzo Madama per unirsi a "Italia Viva". Si tratta di Francesco Bonifazi, Matteo Renzi, Teresa Bellanova, Ernesto Magorno, Laura Garavini, Eugenio Comincini, Davide Faraone, Valeria Sudano, Nadia Ginetti, Leonardo Grimani, Giuseppe Cucca, Mauri Marino. Ai senatori in uscita dal Pd vanno quindi aggiunti la forzista Conzatti e Riccardo Nencini, se domani ufficializzerà l’accordo per il simbolo a palazzo Madama. Alla Camera di esterni al Pd, in arrivo a Italia Viva dal Misto, Gabriele Toccafondi. Mentre sarebbero 25 i deputati dem (molti lo hanno già reso pubblico) pronti ad entrare nel gruppo renziano: Maria Elena Boschi, Ettore Rosato, Ivan Scalfarotto, Roberto Giachetti, Luigi Marattin, Gennaro Migliore Luciano Nobili, Silvia Fregolent, Raffaella Paita, Michele Anzaldi, Cosimo Ferri, Marco Di Maio, Mauro Del Barba, Vito De Filippo, Camillo D’Alessandro, Lucia Annibali, Lisa Noja, Mattia Mor, Nicola Carè, Matteo Colaninno, Maria Chiara Gadda, Gianfranco Librandi, Sara Moretto, Massimo Ungaro. In tutto così sarebbero 41 i parlamentari dei gruppi di Italia Viva. Nicola Zingaretti dalle pagine del "Corriere della Sera" non nega che una mossa del genere era attesa ma che non l’ha mai compresa fino in fondo: «Mi dispiace, e penso che sia un errore dividere il Pd, ma al tempo stesso credo che ora il nostro compito sia molto chiaro: è quello di portare nel futuro il Pd. Anzi, meglio, il Pd che può ricostruire una speranza per l’Italia». Una cosa è certa, e il governatore del Lazio non ha peli sulla lingua: «Se si vuole fermare Salvini c’è bisogno di un grande Pd che sia il pilastro, il baricentro anche di un’alleanza più larga. Non si combatte né con le cerbottane né ignorando perché è forte». Per lunedì è convocata la direzione del partito al Nazareno, sarà quella la sede per serrare le fila e soprattutto capire quali e quanti strascichi avrà Italia Viva. Da ieri Renzi non è più solo un problema del Pd, ma di tutto il governo rosso-giallo.