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Conzatti via da Forza Italia: va con Renzi

Silvia Sfregola

Ancora scosse di assestamento. All’indomani del terremoto causato da Matteo Renzi con la nascita, sia pur nell’aria, dei gruppi parlamentari Italia Viva, al Nazareno si tenta di rimettere sul giusto binario il partito che a breve dovrà fare i conti con una geografia partitica ridimensionata. A far discutere più di tutto però è l’arrivo della senatrice Donatella Conzatti, che passa da Forza Italia a Italia Viva, scuotendo il partito di Silvio Berlusconi. Il suo passaggio, assicurano, non sarà l’ultimo tra gli azzurri, tanto che i ben informati parlano di altri due o tre transfughi pronti ad abbracciare il progetto. "Ho deciso di accettare l’invito che mi ha rivolto Matteo Renzi di partecipare sin dal principio, senza attese e tatticismi, alla fondazione di Italia Viva". Così la senatrice di Forza Italia annuncia il divorzio da Berlusconi. "Una casa dei riformisti e dei liberaldemocratici, libera dalle contraddizioni interne mai risolte nel Pd e fieramente incompatibile con forze sovraniste che è ormai velleitario pensare di poter arginare con logiche diverse dalla contrapposizione politica". La Conzatti, che ieri era attesa alla cena organizzata da Mara Carfagna con i parlamentari azzurri anti-sovranisti ma poi ha declinato l’invito, ricorda: "Ho accettato e condiviso la scelta del partito in cui militavo, Scelta Civica - nella cui direzione nazionale sono rimasta sino al suo scioglimento dopo le scorse elezioni - di rafforzare e far prevalere la componente moderata della coalizione di centrodestra. Allora c’è mancato poco, ma il divario in questi mesi si è ampliato a dismisura ed è ormai evidente a tutti che l’unico ruolo che i sovranisti immaginano per chi è di idee liberali, popolari ed europeiste è al massimo quello di predellini umani su cui costruire una coalizione tutta loro". L’operazione dell’ex dem ha ricevuto gli auguri del Cav, che non ha mancato di tirare la bordata: «Questo governo non è più il governo delle tre sinistre ma delle quattro sinistre». Anche Beppe Sala non ha fatto sconti: «È chiaro - sottolinea il sindaco di Milano - che Renzi stia meglio in una realtà che risponde totalmente a lui piuttosto che in una realtà collaborativa, questo fa parte delle caratteristiche dell’uomo. Detto ciò, Renzi non è il nemico da combattere ma qualcuno con cui si dialoga».