il raduno
Salvini riparte da Pontida: ecco l'Italia che vincerà
Quasi commosso, come lui stesso ammette, Matteo Salvini si specchia nel popolo leghista di Pontida e (si) dice certo che "questa è l’Italia che vincerà". Nei poco più di 40 minuti dal palco di Pontida, appuntamento clou del leghismo nazionale, testimoniato da tricolore sul palco e bandiere regionali di sud e nord, Matteo Salvini si ritrova con chi lo ama davvero. "L’odio e la paura non abitano qui", può dire il leader del Carroccio dal palco dove sopra si legge ’Il coraggio di essere liberi a casa propria' e sotto, ai piedi della struttura, ’Prima gli italiani'. "Qua non ci sono poltronari, ma donne e uomini con valori. Siate determinati e coraggiosi ma pazienti", aggiunge facendo riferimento al governo formato da M5S e Pd. "Sfideremo traditori chiusi nei palazzi", arringa la piazza, ribadendo che "non andremo mai con il Pd finché campiamo, neanche per mille poltrone". Salvini, tornato all’opposizione, ha scoperto l’arma del referendum. Il primo sarà per riformare la legge elettorale in senso maggioritario: "Un referendum per fare chiarezza, per dire basta inciuci. Chi prende un voto in più deve governare". Ma a Pontida si parla pure di un nuovo referendum da lanciare se qualcuno volesse mettere in discussione il decreto sicurezza che è il suo fiore all’occhiello, la norma di cui Salvini si vanta di più. "Bastano cinque milioni di firme", chiede alla folla che applaude forte, poco dopo aver scandito ancora una volta ’elezioni-elezioni'. E il leader leghista mette in guardia perché "ci sono stati 200 sbarchi a Lampedusa nelle ultime ore. Schiavisti, razzisti e colonialisti stanno a sinistra. Io non vedo l’ora di andare a processo per guardare Carola a testa alta". Alle porte, intanto, c’è il voto in Umbria. Luigi Di Maio propone il sostegno ad una giunta civica e le sue idee suscitano l’attenzione del Pd. "Mettetevi insieme quanto volete tanto il popolo non è scemo e vi manda a casa. Si può cambiare fronte ma io non cambio, non finisco a insultare le persone con cui ho lavorato, ma mi spiace che la rivoluzione del M5S si trasformi in una svendita di poltrone in Umbria, andando con il cappello in mano, per posti da consigliere e assessore", dice Salvini. "Ci riprenderemo i ministeri con gli interessi, oggi li cedo ai traditori", prosegue. "Da questo palco noi diciamo mai a sinistra, mai con il Pd finché campiamo, neanche se ci offrissero mille poltrone. I sussurri con la Merkel e con Macron li lasciamo ai traditori del popolo. Nella foto fra Conte e la Merkel uno dei due ha difeso gli interessi del suo popolo, uno ha svenduto il futuro del suo popolo", aggiunge, mentre la folla fischia quando viene menzionato il presidente del Consiglio. "Il popolo italiano non è schiavo di nessuno", ribadisce Salvini, declinando la frase in francese, tedesco e inglese. Poi il finale, che lo scorso anno lo aveva visto sul palco con un rosario in mano, quest’anno è corale. Chiama sul palco la piccola Greta, che è stata restituita alla mamma. Una vittima di Bibbiano. "Mai più bimbi rubati alle mamma e i papà", conclude Salvini tra gli applausi. Poi due ore di selfie e abbracci con chi ’si fida di Matteò, come si legge nella t-shirt più venduta a Pontida 2019. Non sono mancati attimi di tensione nel prato di Pontida. Gad Lerner, arrivato alla manifestazione, è stato accolto da fischi e insulti: "chi semina merda raccoglie merda" "buffone" "nazista" e "fascista" "massone" e "vai a casa" son alcune delle espressioni che lo hanno seguito per tutto il palco fino all'area stampa dove gli insulti sono continuati. Inoltre un militante ha colpito la telecamera di un videomaker di Repubblica dopo un diverbio con alcuni leghisti.