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"Dalla rivoluzione a Renzi e Monti". Così Salvini umilia Conte

"Un governo basato sulla spartizione delle poltrone con la paura di tornare al voto"

Silvia Sfregola
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Un duello con la Lega e il suo leader quello che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, conduce dai banchi del governo al Senato. Per la seconda volta, dopo la replica di ieri a Montecitorio, Conte risponde colpo su colpo alle accuse arrivate dagli scranni leghisti e, soprattutto, nel corso dei 20 minuti di intervento di Matteo Salvini. L'ex ministro dell'Interno accusa Conte di essere passato dalla "rivoluzione al voto di Casini, Monti e Renzi". E poi l'affondo: "Alla faccia dello stile... Lo stile è sostanza, non dipende solo dalla cravatta, dalla pochette e dal capello ben pettinato". Nel corso del suo intervento l'ex ministro bacchetta più volte il premier anche con una serie di appellativi pungenti. "Ci sono, se non vi inventerete qualcosa, le elezioni regionali: in Umbria e poi in altre regioni, ci saranno nei prossimi mesi 30 milioni di italiani che voteranno. La liberazione dal Pd potrà diventare realtà". E ancora: "Voi siete la minoranza nel paese, e lo siete anche nei vostri partiti", dice rivolto alla maggioranza di governo. "Potete scappare ancora per qualche mese, ma non potete scappare all'infinito", conclude il leader della Lega.

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