Ecco il programma di Mattarella: "Fisco equo e tasse per multinazionali"
Il Capo dello Stato chiede più investimenti in "infrastrutture, educazione, innovazione e ricerca"
Una nuova Europa, più coesa, che riveda le proprie regole per affrontare le sfide del futuro, cambiando il Patto di Stabilità per investire di più in infrastrutture, innovazione, ricerca ed educazione. Sono queste le linee guida che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha indicato nel messaggio che ha inviato stamattina al forum Ambrosetti in corso a Cernobbio. "Coesione e crescita sono gli obiettivi ai quali guardare e il necessario riesame delle regole del Patto di Stabilità può contribuire a una nuova fase, rilanciando gli investimenti in infrastrutture, reti, innovazione, educazione e ricerca", ha spiegato in un intervento incentrato sulle sfide che attendono l'Europa (dai "cambiamenti climatici e demografici" alle "rapide trasformazioni tecnologiche", dalle "tensioni politiche" alle "minacce alla sicurezza"). All'Unione, ha spiegato Mattarella, servono «passi avanti per una fiscalità europea che elimini forme di distorsione concorrenziale e affronti il tema della tassazione delle grandi imprese multinazionali, per un sistema equo e corretto"; serve anche un'Italia che "giochi un ruolo di primo piano", che partecipi "con convinzione e responsabilità" a un progetto "lungimirante, sostenibile ed equilibrato". Si tratta di tutte condizioni necessarie perché "soltanto un'Europa solida e unita sarà capace di contribuire da protagonista" sul fronte dei grandi temi globali in un contesto difficile. Intanto, gli oltre 200 imprenditori intervenuti al Forum di Cernobbio esprimono una maggiore fiducia nei confronti dell'Unione europea, anche se reclamano maggiore attenzione sui temi dell'immigrazione e della sicurezza. Secondo un sondaggio, coloro che nutrono un alto tasso di fiducia nell'Ue sono il 22,8%, rispetto all'8% registrato lo scorso anno. La stessa platea di imprenditori intervenuti a Cernobbio ha bocciato clamorosamente l'operato del premier britannico Boris Johnson, promuovendo invece Emmanuel Macron e Angela Merkel, e rimandando a settembre Giuseppe Conte dopo il suo primo mandato. La posizione del Quirinale è stata raccolta da un altro dei Paesi fondatori dell'Ue, la Francia, rappresentata a Cernobbio dal ministro dell'Economia Bruno Le Maire. Per il politico francese, nell'Europa di oggi "tutto si muove troppo lentamente" mentre c'è bisogno "di decisioni prese in fretta" e su diversi fronti: la concorrenza ("non possiamo aspettare sei, 12, 18 mesi quando c'è una proposta di fusione), il budget, un rafforzamento della zona Euro. Far parte del club europeo richiede diverse responsabilità, ha aggiunto: implica "quella di rispettare le regole esistenti, di introdurre riforme strutturali", ma anche quelle di "promuovere la crescita". L'Unione Europea, anzi, avrebbe bisogno di un "patto per la crescita" e che quei Paesi che hanno spazio di spesa, "come la Germania", facciano investimenti. Un punto, questo, rimarcato anche dal vicepresidente della Bce, Louis De Guindos: se in tutta l'Eurozona e in particolare in Italia "è stata osservata una dinamica degli investimenti delle imprese anemica", al tempo stesso riforme e politica fiscale possono "giocare un ruolo rilevante« e »lo spazio di bilancio può essere usato in modo più saggio nei Paesi dove questo esiste". "Ne parliamo da mesi, ne ho parlato molte volte con responsabili di imprese sia francesi che tedesche, con il governo di Berlino, discutiamo da mesi nell'Eurogruppo sull'esigenza di un bilancio dell'area monetaria: ora bisogna decidere", ha chiosato Le Maire, che, in un intervento molto applaudito dalla platea di imprenditori riuniti a Cernobbio, ha detto che "serve il coraggio di decidere". Il ministro dell'Economia francese ora spera di trovare una sponda nel nuovo esecutivo targato M5S e Pd: con il nuovo governo c'è "l'opportunità di rilanciare i rapporti" bilaterali fra i due Paesi e ci sono "progetti italo-francesi ed anche europei che potrebbero accelerare". Anche nel mondo politico italiano, in attesa di sapere quale sarà il ruolo di Paolo Gentiloni alla Commissione Ue, l'esortazione del presidente Mattarella ha trovato ampio accoglimento. "L'Europa è il nostro destino, è il nostro futuro", è stata la riflessione dell'ex premier ed ex presidente della Commissione Ue Romano Prodi, secondo cui non è un caso se le tensioni fra Lega e M5S si sono consumate soprattutto su tematiche comunitarie; anche per questo la nascita del governo Conte 2 è stata accolta nelle capitali del Vecchio Continente con "sollievo". Anche il neo ministro agli Affari Europei, Enzo Amendola, ha osservato come per l'Unione sia "tempo di una svolta per reggere ai marosi della competizione globale" nel solco delle "linee nuove da perseguire" indicate dal Quirinale.