Conte bis svela i 21 ministri: "Guardiamo al futuro". Dalla Lamorgese agli Interni a Gualtieri all'Economia
Nelle prossime ore il giuramento dell'esecutivo al Quirinale. Tra lunedì e martedì il voto di fiducia delle Camere
Giuseppe Conte scioglie la riserva e accetta l'incarico di presiedere il 66esimo Governo della Repubblica. II premier e i suoi ministri giureranno nel Salone delle Feste del Quirinale. Le trattative su squadra e programma vanno avanti fino al foto finish. Conte vede prima i capigruppo della nuova maggioranza sul programma, poi i "capidelegazione" per limare la lista dei ministri e sciogliere l'ultimo nodo rimasto sul tavolo, quello legato al sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Quando, intorno alle 15.30, il premier svela i nomi, il pallottoliere è presto fatto: 10 ministri M5S, 9 Pd, 1 di Leu e 1 tecnico, Luciana Lamorgese, per il Viminale post Matteo Salvini. Riccardo Fraccaro la spunta come sottosegretario a palazzo Chigi. Conte è soddisfatto. Si dice «forte» di un programma «che guarda al futuro». Anche Dem e pentastellati tirano un sospiro di sollievo. «Sarà e dovrà essere un governo coraggioso e ambizioso», commenta a caldo Luigi Di Maio, neo ministro degli Esteri. Plaude alla «svolta, anche generazionale», della squadra e alla ritrovata unità del Pd, invece, Nicola Zingaretti - che ha scelto di rimanere fuori dall'esecutivo rossogiallo. «Ora è il tempo di cambiare l'Italia», è l'invito. Dopo giorni di attesa e gestione "notarile" della crisi, poi, anche Sergio Mattarella ha praticamente esaurito il suo compito: «C'è una maggioranza parlamentare e si è formato un governo. La parola compete al Parlamento e al governo che nei prossimi giorni si presenterà alle Camere per chiedere la fiducia e presentare il programma», è la sottolineatura. Dopo il giuramento al Quirinale, il Governo si trasferirà a Palazzo Chigi. Conte riceverà gli onori, parteciperà alla cerimonia della campanella (che sarà inusuale visto che è il predecessore di se stesso) e poi presiederà il primo Consiglio dei ministri del nuovo Governo. Lunedì e martedì toccherà al Parlamento esprimersi. Sarà prima Montecitorio a votare la fiducia e la maggioranza dovrebbe essere larga (con più di 20 voti di scarto). A Palazzo Madama i numeri sono un po' più risicati: 161 il numero magico, 162 - sulla carta - la soglia dei sì che si ottiene sommando i voti dei senatori di M5S, Pd e Leu, anche se c'è già chi è pronto a scommettere che i rossogialli raggiungeranno (e supereranno) quota 170. Promettono battaglia le opposizioni. «Sono 1-0. Il Pd è in vantaggio, lo ammetto. Hanno segnato - commenta Matteo Salvini - Ma sapete quando vai in svantaggio con un rigore inesistente? Io non ho perso la voglia», assicura. Continua a invocare la piazza Fratelli d'Italia. «L'appuntamento è per lunedì 9 settembre alle ore 11, il giorno della fiducia al Conte bis», annuncia Giorgia Meloni. Pronta a votare no, anche se alcuni rumors scommettono già su alcune defezioni, anche in FI. Metteremo in campo «un'opposizione ferma, coerente, senza sconti ma composta», assicura Silvio Berlusconi. I MINISTRI - Questo l'elenco della squadra dei 21 ministri di Conte a Palazzo Chigi: Federico D'Incà (M5S) ai Rapporti con il Parlamento; Paola Pisano (M5S) all'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione; Fabiana Dadone (M5S) alla Pubblica amministrazione; Vincenzo Spadafora (M5S) alle Politiche giovanili e sport; Francesco Boccia (Pd) agli Affari regionali e le autonomie; Giuseppe Provenzano al Sud (Pd); Elena Bonetti (Pd) alle Pari opportunità e la Famiglia; Enzo Amendola (Pd) agli Affari europei; Luigi Di Maio (M5S) agli Esteri; Luciana Lamorgese (tecnico) all'Interno; Alfonso Bonafede (M5S) alla Giustizia; Lorenzo Guerini (Pd) alla Difesa; Roberto Gualtieri (Pd) all'Economia e Finanze; Stefano Patuanelli (M5S) allo Sviluppo economico; Teresa Bellanova (Pd) alle Politiche agricole alimentari e forestali; Sergio Costa (M5S) all'Ambiente; Paola De Micheli (Pd) alle Infrastrutture e Trasporti; Nunzia Catalfo (M5S) al Lavoro e politiche sociali; Lorenzo Fioramonti (M5S) all'Istruzione; Dario Franceschini (Pd) ai Beni culturali e Turismo; Roberto Speranza (Leu) alla Salute.