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Conte lancia la sfida: "Governo forte". Di Maio fa dietrofront sul vicepremier

Carlo Antini
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Alla fine l'accelerazione arriva. Luigi Di Maio, dopo giorni di ultimatum e pressioni (fatte e subite), si chiama fuori. Pur recriminando, accoglie il 'lodo Franceschinì: il Governo Conte bis, che ormai sta per nascere, non avrà vicepremier. Lo sprint arriva con un 'uno-duè in diretta Facebook. Giuseppe Conte, mentre a palazzo Chigi è in corso la riunione con i capigruppo di Pd e M5S sul programma, si rivolge agli italiani per garantire loro la possibilità di seguire la crisi con «massima trasparenza». «Serve un governo forte, un governo stabile di cui io sarò il primo responsabile», dice, appellandosi alle basi dei due partiti. «Capisco le vostre perplessità - dice agli elettori dem - ma è un'occasione unica per riformare questo paese e fare il bene degli italiani». Poi, si rivolge alla tormentata base pentastellata: il Movimento, ricorda, senza la maggioranza Parlamento, «avrebbe provato a realizzare il proprio programma con le forze presenti in Parlamento, senza farne una questione di schieramenti politici. Non tenete in un cassetto queste idee, questi sogni, questo è il momento di tirarli fuori», è l'invito. Nelle chat dei parlamentari non si fa in tempo a commentare le parole di Conte che si diffonde subito un'altra voce: «Adesso anche Di Maio fa un video, lascia». Passano pochi minuti e il capo politico del M5S si presenta in diretta video. Rivendica il lavoro fatto dal Governo giallo-verde; difende i «toni duri» usati nei giorni scorsi, sottolineando che si è trattato di difendere temi e principi cardine del Movimento; accusa (ancora) chi invece, a suo dire, si è concentrato sulle poltrone. Poi viene al punto: «Si è fatto un gran parlare della vicepresidenza del consiglio dei ministri e si è detto che la trattativa si era bloccata per questo: ma non è vero. Abbiamo saputo che il Pd ha fatto un passo indietro rinunciando al suo vicepremier e quindi il problema non sussiste più». Il nodo, quindi, è sciolto. Nicola Zingaretti apprezza. «Stiamo lavorando con pazienza e serietà per un Governo di svolta vera perché questo è quello che serve all'Italia. Si stanno facendo passi in avanti. Noi siamo fiduciosi e ottimisti», dice. In realtà, sul documento programmatico (che pure «ha fatto passi in avanti», dicono gli interessati) l'accordo non si chiude e le delegazioni torneranno ad incontrarsi domani. Della partita dovrebbe essere anche Leu, che incontra Conte in serata. Sulla testa del Governo giallorosso, però, pesa la spada di Damocle del voto on line su Rousseau. «Ora tocca a voi iscritti del Movimento decidere - dice sibillino Di Maio - perché per il Movimento la democrazia diretta è un valore irrinunciabile». Conte è avvisato.

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