Errori e follie dei partiti andati in crisi
La scelta di Salvini e l'intesa Pd-M5S
Caro Direttore, in questi giorni ne abbiamo viste di ogni colore. A futura memoria vogliamo ricordare alcuni degli aspetti più eclatanti. Esistono pochi dubbi che Salvini abbia battuto ogni record. Raramente si sono visti autogoal di quella fattura. Dal Papeete di Milano Marittina, in preda ad un autentico delirio di onnipotenza, ad agosto Salvini ha dichiarato la crisi di governo (e ciò era nei suoi poteri), ma poi, già che c'era, ha sciolto le Camere e convocato le elezioni, per di più intimando ai senatori in vacanza di «alzare il culo» e di precipitarsi al Senato per un voto procedurale: cosa che quelli hanno fatto mettendolo in minoranza perché «il Capitano» si era dimenticato che in questo parlamento ha solo il 17%. Allora, come se si fosse svegliato dal sogno di una notte di mezza estate, ha fatto un'incredibile marcia indietro offrendo a Di Maio la presidenza del Consiglio per fare un altro governo con i grillini, «il partito del no». Infine, anche per giustificare di fronte ai suoi stralunati seguaci i clamorosi autogoal, ha detto che ci si trova di fronte ad un complotto costruito da diversi mesi, omettendo il piccolo particolare che, se fosse vero, del complotto ha fatto parte anche lui, visto che è stato lui a mettere in crisi il governo dopo che il presidente Conte aveva contribuito invece a mettere in minoranza i grillini sulla TAV. Ultima perla di Salvini, in concorrenza con la Meloni: l'attacco al presidente della Repubblica Mattarella perché non scioglie le Camere anche se c'è una maggioranza in parlamento. Non c'è dubbio che anche Di Maio è in gara sul terreno delle esibizioni straordinarie. Di Maio è il capo politico del M5s, che in 14 mesi ha portato i grillini alla disfatta politica ed elettorale piegandosi ad una subalternità totale nei confronti di Salvini. Se Di Maio fosse un personaggio politico normale si sarebbe già dimesso dopo i risultati delle elezioni europee e se, a sua volta, il Movimento 5 stelle fosse un partito o movimento normale già gli avrebbe presentato il conto. Invece Di Maio è così attaccato alla poltrona (usiamo questo vocabolo solo in questa circostanza) che addirittura sulla sua permanenza alla vicepresidenza del Consiglio sta facendo una battaglia per la vita e per la morte al punto da far saltare il governo. A questo punto viene il dubbio che Di Maio... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI