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Salvini all'assalto: premier scelto a Biarritz, elezioni subito

Davide Di Santo
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"L'Italia non può essere ostaggio di cento cacciatori di poltrone". "La Lega rimane baluardo, non vinciamo tra due mesi, dobbiamo aspettare sei mesi o un anno per vincere? Non abbiamo fretta". Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, al termine delle consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Sono convinto che comunque vada il giudizio popolare lo devi affrontare e noi lo affrontiamo a testa alta, gli italiani hanno memoria lunga", ha affermato il leader leghista, dalla cui rottura con l'ex alleato M5s è scaturita la crisi di governo. "Mi soffermo sulla spudoratezza del partito delle poltrone che è il Partito democratico, che per i Cinque stelle erano il partito di Bibbiano. Noi non abbiamo cambiato idea. Fanno rientrare dalla porta sul retro, con giochi di palazzo, quelli che erano usciti dalla finestra", ha detto Salvini.  Al presidente della Repubblica "abbiamo espresso lo sconcerto non della Lega ma di milioni di italiani a fronte dell'indecoroso spettacolo delle poltrone cui si sta assistendo", ha esordito Salvini che attacca a testa bassa il premier dimissionario Giuseppe Conte che già stasera potrebbe ricevere un nuono incarico per la formazione del governo. "Il capo dello Stato chiedeva una maggioranza ampia. Il presidente del Consiglio lo hanno trovato a Biarritz, Monti Bis. Probabilmente a qualcuno davamo fastidio. Dava fastidio una manovra coraggiosa basata sulla flat tax. Dal Pd ci si può aspettare di tutto. La minoranza è in Parlamento ma soprattutto è nel Paese. Tutte le elezioni hanno visto perdere sistematicamente il Partito Democratico. L'unico collante che ho intuito in questi giorni è l'odio nei confronti della Lega, il primo partito in Italia, che ha avuto l'onestà di rimettere i propri ministeri nelle mani degli italiani". Salvini chiede a gran voce lo scioglimento delle camere e il ritorno al voto: "Ancora prima di nascere (il governo M5s-Pd, ndr) ha già iniziato a litigare. Non sarebbe più giusto, più saggio, più onesto far votare gli italiani? Questa la domanda che abbiamo fatto. Abbiamo l'impressione, se non la certezza, che ci sia un progetto che parte da lontano, non dall'Italia. La verità vera sono cento parlamentari aggrappati alla poltrona. Questa non è la democrazia. Poi ci si meraviglia sul perché la gente non va a votare. Noi ci siamo, non vinciamo tra due mesi, sei mesi, un anno. Non abbiamo fretta". 

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