Il caso
Toninelli e il dramma della lavapiatti
Pensavate che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli fosse impazzito in questi mesi dietro alla Tav? O avesse seguito passo a passo l'analisi costi e benefici della Gronda? Magari che il suo chiodo fisso fosse quello della revoca delle concessioni autostradali ai Benetton dopo il crollo del ponte di Genova? Macché: il vero dramma del povero Toninelli era la lavastoviglie della foresteria che gli aveva assegnato il ministero. Vi sembrerà uno scherzo, piccola cosa in mezzo alla crisona politica che ora sta per sfornarci il governo rossogiallo rimettendoci al mondo un Giuseppe Conte vestito di nuovo. Delle capriole che i protagonisti stanno facendo per giustificare un matrimonio che per molti dei loro stessi militanti appare contro natura raccontiamo tutto quel che sappiamo in queste pagine. Ma ieri è stata giornata tutta in politichese, di equilibrismi e bilancini per scambiarsi poltrone e seggioline, e una notizia vera non avremmo potuto offrirvela. La storia della lavapiatti di Toninelli è invece lo specchio dell'Italia di oggi, dove le parole si sgretolano di fronte alle piccole cose della realtà quotidiana. Non solo: è la cartina al tornasole di come si utilizzano i soldi pubblici, e di tutte le procedure infinite che bisogna seguire per un'opera in questo caso privata (ma di proprietà pubblica), che avrebbero fatto saltare i nervi a qualsiasi esperto di una ipotetica commissione costi-benefici. Perché la storia che vi sto per raccontare si basa su due dati impressionanti: al povero Toninelli all'inizio di quest'anno si è rotta la lavastoviglie. Ha chiesto che gliela riparassero, hanno dovuto fare un appalto, poi procedere a trattativa diretta, e infine saldare il conto: 1.280 euro Iva esclusa. Cifra talmente alta da fare pensare che al posto degli spazzoloni quella lavapiatti pulisse le stoviglie con lingotti d'oro zecchino. Ma l'intervento tecnico non deve essere stato risolutivo, così solo tre mesi dopo la dannata lavastoviglie del ministro si è di nuovo guastata. E siccome la sfortuna non arriva mai da sola, nella foresteria di Toninelli è andato in tilt pure il frigorifero. Risultato, altra procedura per riparare il frigo e a questo punto installare una nuova lavapiatti: 1.600 euro più Iva. Insomma, quasi 3 mila euro e mesi e mesi di procedure burocratiche per fare funzionare la lavapiatti nella foresteria del ministro, che poveretto deve essere andato avanti per settimane e settimane o con piatti di plastica o con olio di gomito e un bel detersivo al limone per lavare pentole, posate, bicchieri, piatti fondi e piani. Se uno non avesse sotto gli occhi il dettaglio di quel che è accaduto riportato in tanto di determine ministeriali e avvisi di appalti, non ci crederebbe proprio. E invece tutto ha inizio al termine delle vacanze natalizie. Il nostro Toninelli torna a Roma al ministero e scopre dopo una bella mangiata che la bella lavastoviglie della foresteria non funziona. Che fare? Telefonare a un servizio tecnico? Macché. Ci pensa il suo capo segreteria, dott. Gaetano Marzulli, che non nota protocollata al n. 1766 del registro ministeriale il giorno 15 gennaio 2019 richiede «un intervento tecnico per la riparazione della lavastoviglie in uso alla foresteria del Sig. Ministro». La nota arriva al capo di gabinetto di Toninelli, «Prof. Avv. Gino Scaccia» che prendendosi il tempo giusto il 22 febbraio 2019, dopo ben 37 giorni che il ministro si è lavato i piatti a mano, firma una determina che stabilisce che il costo della riparazione sarà intorno «a 1.300 euro oltre Iva», e non risultando «attive convenzioni Consip», si procede a trattativa diretta con la Me.G.I.C. Italia Grandi Impianti, che farà la riparazione. Passano altri 5 giorni e il 27 febbraio la determina del prof. avv. Scaccia viene pubblicata. Da una successiva pubblicazione ministeriale del mese di aprile sappiamo che l'intervento di «fornitura assistenza tecnica» alla lavapiatti di Toninelli è stato effettuato anche se deve essere stato piuttosto complesso: è iniziato il 4 marzo e si è concluso dieci giorni dopo, il 14 marzo. Una buona notizia c'è: i tecnici hanno fatto uno sconto dell'1,53% e la spesa finale è stata di 1.280 euro più Iva. Se si consulta il portale degli appalti pubblici in questo stesso periodo il dipartimento biologia e biotecnologie della Università La Sapienza ha avuto lo stesso problema, e ordinato una lavapiatti nuova: fornita dalla Laitech srls al prezzo di 362,80 euro più Iva. Con quel che ha speso Toninelli per riparare la sua ne comprava quindi tre nuove. Ma la riparazione non è durata a lungo, e si è accompagnata ad altre disavventure. Le apprendiamo da una determina dell'8 agosto scorso firmata dal dottor Enrico Finocchi, direttore generale del personale e affari generali del ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Lì si spiega che il 31 luglio era arrivata la richiesta del solito Marzulli, caposegreteria di Toninelli di sostituire con una nuova la lavastoviglie della foresteria del ministro, di nuovo rotta e non più riparabile. Il 7 agosto lo stesso Marzulli informava che si era rotto il frigorifero e che c'era bisogno di assistenza tecnica. Per entrambe le emergenze ci si è rivolti di nuovo alla Me.G.I.C. , che ha stimato la spesa complessiva in 1.600 euro più Iva. Ecco la storia degli otto mesi di fuoco di una lavapiatti ministeriale. Voi capirete che se con lo stesso metodo e gli stessi costi e benefici ci si approccia alle grandi opere, siamo tutti fritti con qualsiasi governo in carica. E il problema non era esattamente Toninelli, che ha forza di pulire stoviglie a mano si è sicuramente mantenuto in forma.