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Calenda lascia il Pd: mai col M5s, faccio un altro partito

L'altro dissidente Richetti: meglio irrilevanti che incoerenti

Davide Di Santo
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Carlo Calenda si è dimesso dalla direzione del Pd con una lettera a Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni. Decisiva per la decisione l'alleanza con M5S, da sempre invisa all'ex ministro che ha contestualmente annunciato la nascita di un nuovo partito. Nel lungo testo l'eurodeputato annuncia di lasciare la carica dirigenziale ma "non la comunità" dem. "Mi domando come possiate pensare di affrontare un governo con i Cinque stelle, in un momento così difficile per tutto l'Occidente, con un partito già sostanzialmente in pezzi e pronto a esplodere in ogni istante al manifestarsi di convenienze personali". E del resto, scrive ancora Calenda, "veleni, accuse, veline e tentativi di delegittimazione non sono mancati anche durante la delicatissima trattativa per la formazione del governo. Il combinato disposto della debolezza del Pd e delle profonde differenze con i Cinque stelle non porterà nulla di buono all'Italia e al partito". Il dissenso di Calenda per l'asse rossogiallo non è isolato. "Meglio il rischio dell'irrilevanza, che il rischio dell'incoerenza", dice Matteo Richetti, unico della direzione Pd a non votare il mandato a Zingaretti a provare a formare un governo ci 5Stelle. 

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