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Pd o Lega? Il dilemma dilania i grillini: "L'esecutivo rossogiallo è un suicidio"

Il MoVimento è diviso sull'intesa con i dem. La base è in rivolta

Silvia Sfregola
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Iniziare l'avventura del governo rossogialla o ritentare con la Lega? Il dilemma scuote il Movimento 5 Stelle e, nella base elettorale, genera una marea di commenti anti-Pd che invadono i social: numerosi attivisti sono infuriati all'idea di allearsi con i nemici di sempre. Una possibile via d'uscita potrebbe passare per un voto online, come accadde l'anno scorso prima di stringere la mano al Carroccio. Solo pensarci, però, fa tremare deputati e senatori pentastellati, soprattutto quelli favorevoli al nuovo esecutivo. Nei commenti che accompagnano gli ultimi post Fb e Instagram del leader Luigi Di Maio emerge un coro pressoché unanime contrario all'ipotesi rossa-gialla. C'è chi offende pesantemente, chi parla di "partito più imbarazzante mai visto" e chi si rammarica per la "delusione totale", promettendo che "il popolo italiano non ve lo perdonerà mai". Passando in rassegna questo carico d'astio, ipotizzare un esecutivo Pd-M5S sembra un suicidio. Alcuni big del Movimento, dubbiosi in prima persona, si fanno portavoce di questo scontento. Max Bugani, fino a poco tempo fa nella segretaria del vicepremier, sostiene che l'unico modo per andare avanti sarebbe ottenere tutto dalla trattativa (Conte di nuovo premier, sì ai 10 punti), ma si rischierebbe comunque di mettersi assieme "per paura di stare soli", e quindi tanto varrebbe lasciar perdere. Sulla stessa linea c'è il senatore pentastellato Gianluigi Paragone che, visto il suo passato leghista, non può accettare un'alleanza Pd-M5S. Per di più, proprio lui dovrebbe presiedere la commissione parlamentare sulle banche. Ma rifiuterebbe il posto: "Non potrei accettare di essere votato dalla Boschi", dice. Smetterebbe proprio di frequentare Palazzo Madama: "Se pioverà aprirò l'ombrello", aggiunge, spiegando però di non voler tornare nella Lega, ma alla sua professione di giornalista. L'ala sinistra del Movimento, favorevole all'idea del governo Pd-M5S che aprirebbe loro le porte dei dicasteri, si scaglia contro chi tenta di far saltare le trattative. Deputati vicini a Roberto Fico, come il presidente della commissione Affari costituzionali Giuseppe Brescia, dicono che "i vari Bugani e Paragone potrebbero fare silenzio e rispettare il lavoro che sta facendo Di Maio in questa fase così delicata: il mandato dell'assemblea è chiaro, rassegnatevi". Anche Luigi Gallo, presidente della commissione Cultura di Montecitorio, ferma ogni ipotesi di ritorno di fiamma con Salvini, tratteggiato come un Mefistofele che tenta il capo politico del Movimento offrendogli Palazzo Chigi. Nelle ultime ore il siciliano Giancarlo Cancelleri, già candidato a guidare la regione sotto le insegne di Grillo, ha scritto agli attivisti sostenendo che ci sarà una votazione online per decidere se andare con il Pd o meno. L'annuncio non trova conferme ufficiali, ma i tempi sarebbero certamente molto stretti: nel giro di 48 ore, tra domenica e lunedì, i vertici M5S dovranno chiarire se intendono firmare l'intesa con Zingaretti, ed eventualmente passare per le consultazioni via web.

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