la crisi di governo
Mattarella, ultima chance: "Nuove consultazioni da martedì"
Tutto ancora sul tavolo. Si allungano i tempi della crisi, con sono ancora in piedi tutte le ipotesi di governo, senza escludere anche il voto anticipato. Si conclude con un nulla di fatto il primo giro di consultazioni al Quirinale, con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che davanti alle telecamere fa trasparire preoccupazione, per una crisi che rischia di mettere in seria difficoltà l'economia e la stabilità del Paese. Gli appelli a fare presto sembrano essere rimasti inascoltati, ma l'inquilino del Colle non demorde, anzi. Dopo due ore di riflessione e dopo aver assistito all'ennesimo teatrino, dove in scena è andata l'ambiguità di Di Maio e il "la Lega c'è" per proseguire l'esperienza di Governo di Salvini, Mattarella parla all'Italia e lo fa conciso, stringato, offrendo nuovamente ai contendenti quella grammatica costituzionale che sembra mancare. "Nel corso delle consultazioni appena concluse, mi è stato comunicato da parte di alcuni partiti politici che sono state avviate iniziative per un'intesa, in parlamento, per un nuovo governo; e mi è stata avanzata la richiesta di avere il tempo di sviluppare questo confronto" dice il presidente riferendosi non solo a un esecutivo M5S-PD, ma anche a una disponibilità della Lega a riallacciare un dialogo sulla scia di un contratto fallito, ma anche alla prospettiva di un governo a guida del centrodestra. Per questo Mattarella concede ancora del tempo e fissa un secondo giro di consultazioni per martedì 27 agosto che si concluderà il giorno successivo una una decisione che, questa volta, deve essere risolutiva. Al Quirinale sfileranno di nuovo i due presidenti delle Camere, Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati, e tutti i gruppi parlamentari accompagnati dai loro leader. La situazione, trapela dal Colle più alto di Roma "è complicata" e le preoccupazioni del capo dello Stato non sono un mistero. "La crisi va risolta all'insegna di decisioni chiare e in tempi brevi - ripete fino allo sfinimento Mattarella in un passaggio accorato - Lo richiede l'esigenza di governo di un grande paese come il nostro. Lo richiede il ruolo che l'Italia deve avere nell'importante momento di avvio della vita delle istituzioni dell'Unione Europea per il prossimo quinquennio. Lo richiedono le incertezze, politiche ed economiche, a livello internazionale". Il Presidente della Repubblica, ricorda, "ha il dovere - ineludibile - di non precludere l'espressione di volontà maggioritaria del Parlamento, così come è avvenuto - del resto - anche un anno addietro, per la nascita del governo che si è appena dimesso". Attenzione però a non tirare troppo la corda, è l'avvertimento, perché quello che ammetterà il capo dello Stato saranno solo soluzioni "che ottengono la fiducia del Parlamento. In mancanza di queste condizioni, la strada da percorrere è quella di nuove elezioni". Con queste parole Mattarella chiude la porta definitivamente a opzioni di scopo, del presidente o istituzionali, anche se rinviare gli italiani alle urne non è "una decisione da non assumere alla leggera - dopo poco più di un anno di vita della legislatura - mentre la produzione prevede che gli elettori vengono chiamati al voto per eleggere il Parlamento ogni 5 anni". Una precisazione per nulla scontata che porta con sé tutta una serie di considerazioni anche a livello di timing. Con la decisione prevista per mercoledì la data del 27 ottobre per un eventuale election day con le regionali in Umbria non sarebbe più fattibile. E quella del 3 novembre fortemente a rischio. In questo caso la sessione di bilancio sarebbe già aperta e il dialogo con UE ancora tutto da organizzare.