I big sfilano al Quirinale da Mattarella. Zingaretti: "Pronti a governo di svolta"
Fratelli d'Italia conferma l'intenzione di andare subito al voto. Il Pd apre all'ipotesi di una nuova maggioranza. Forza Italia parla del rischio-patrimoniale. Attesa per le delegazioni di Lega e M5s
Prime conferme, rispetto alle attese, per le consultazioni del presidente Mattarella dopo l'apertura della crisi di governo. Unica variazione sul tema rispetto alle aspettative della vigilia la richiesta di Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni di affidare un incarico a un esponente di centrodestra. Una possibilità però che il Quirinale non contempla, dato che l'ipotesi è già fallita lo scorso anno, dopo l'esplorazione del presidente del Senato Elisabetta Casellati durante le consultazioni seguite al voto del 2018, e la situazione non è cambiata rispetto a un anno fa. I numeri portati dall'intero centrodestra infatti, se anche la Lega aderisse a questa stessa richiesta, non sono sufficienti a sostenere un governo in Parlamento e le due uniche opzioni sul tavolo dunque sono solo o governo politico con al centro Pd e M5s o elezioni anticipate. Dunque il copione è stato rispettato: FI ha chiesto o un incarico al centrodestra o il voto, stessa linea da parte di FdI. Il Pd ha aperto al tentativo di dar vita a un nuovo governo. Anche sulla posizione che la Lega porterà alle 16 non ci sono grandi dubbi. Tutti dunque attendono il M5s che nello studio alla Vetrata dovrà scoprire le sue carte. Se aprirà al tentativo di dar vita a un governo il Capo dello Stato darà ai partiti il week end e qualche giorno per avviare la trattativa e la prossima settimana si attende da loro il nome del premier individuato e un quadro chiaro di alleanze. A quel punto il premier verrebbe incaricato e dopo pochi giorni dovrebbe portare la squadra dei ministri. Se invece il M5s chiudesse non ci sarebbe che il voto anticipato: un premier tecnico-istituzionale verrebbe incaricato a tambur battente per presentarsi dopo un paio di giorni alle Camere con la certezza di essere sfiduciato e portare il Paese al voto anticipato ai primi di novembre. Questa sera dunque il presidente Mattarella dovrebbe far conoscere le sue prime decisioni, dopo aver annotato le indicazioni dei partiti. Forse, se la decisione fosse netta, potrebbe spiegarla lui stesso uscendo dal suo studio nella loggia alla Vetrata. Ora è il momento delle scelte responsabili e il Capo dello Stato, senza nessuna preferenza per l'uno o per l'altro, ha chiesto ai partiti di scegliere: o governo o voto. Nel dettaglio ecco le dichiarazioni degli esponenti politici oggi al Quirinale. «Abbiamo espresso al Capo dello Stato la disponibilità a verificare la formazione di una diversa maggioranza per dare vita a un governo nel segno della discontinuità. Riteniamo utile provare a dare vita a un esecutivo di svolta». Lo ha detto Nicola Zingaretti, segretario del Pd, al termine delle consultazioni con il Presidente Mattarella. Prima di lui Giorgia Meloni aveva incontrato il Capo dello Stato. «Per Fratelli d'Italia le elezioni sono oggi l'unico esito possibile; rispettoso dell'Italia, dei suoi interessi, del suo popolo; più rispettoso della Costituzione». Lo ha affermato Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, al termine delle consultazioni al Quirinale. «Il Presidente Mattarella - ha aggiunto - si trova a tenere in considerazione due diverse prescrizioni costituzionali: quella di verificare che in Parlamento ci sia o meno una maggioranza per un governo; e quella data dall'articolo 1 della Costituzione che dice che la sovranità appartiene al popolo, che è nei principi fondamentali della Costituzione e quindi è prescrizione tra le più vincolanti della nostra Costituzione». «Esiste il rischio concreto che, di fronte alle difficoltà di bilancio ereditate dal passato, si ricorra ad un'imposta patrimoniale che metterebbe in pericolo il risparmio degli italiani e comprometterebbe definitivamente le prospettive di crescita». Lo ha affermato il Silvio Berlusconi, al termine delle consultazioni al Quirinale, riferendosi alla possibile nascita di un governo M5S-Pd. E ancora: «Vi dico una cosa: attenzione al futuro. Ci sono in giro dei programmi che metterebbero a zero tutta l'editoria, non solo quella televisiva ma anche della carta stampata». È l'unico passaggio "a braccio" che il Cav ha fatto, dopo aver letto in precedenza tutto il suo intervento.