l'inchiesta agita il governo
Sul Russiagate parla Conte: "In Parlamento rispondo io"
Sarà il presidente del Consiglio in persona a presentarsi nell’Aula del Senato per rispondere alle domande del Pd sull’affaire Russia. «Il Parlamento è sacro», afferma il premier. «Quando il Parlamento chiama il governo risponde», aggiunge, spiegando che significa «mettere la trasparenza» in primo piano, proprio «per rispondere ai cittadini». I dem, dunque, dopo giorni di protesta, incassano la disponibilità di Giuseppe Conte a parlare in Parlamento il prossimo 24 luglio, mentre il ministro dell’Interno Matteo Salvini continua a negarsi di fronte alla reiterata richiesta dei democratici di svolgere una informativa urgente alla Camera sui presunti finanziamenti russi alla Lega. "Riferisco sulle cose vere che esistono non sulla fantasia" dichiara il ministro. "C’è un’inchiesta aperta da mesi la chiudano - aggiunge - siamo tranquilli. Sono il primo ad aspettare con ansia la chiusura di questa indagine". Una decisione quella del premier Conte che si ripercuote sul clima dei lavori di Montecitorio, ormai "scosso" da due giorni da continue tensioni tra i dem e la maggioranza, fino a culminare nell’episodio avvenuto questa mattina nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, quando è scoppiato un parapiglia con i deputati Pd tutti in piedi davanti ai banchi dei presidenti per impedire lo svolgimento delle votazioni sugli emendamenti al decreto Sicurezza bis. È stato in quel momento che il dem Andrea Romano avrebbe avuto uno scambio poco gentile con la presidente della commissione Giustizia, la pentastellata Francesca Businarolo, dicendole che, poichè è in dolce attesa, non dovrebbe presiedere i lavori. Apriti cielo. Scoppia la bagarre, Romano si difende e nega di aver pronunciato la frase incriminata, ma sia la Lega che i 5 stelle confermano tutto, aprendo un vero e proprio fuoco di fila contro il Pd e lo stesso Romano. Polemica che si riaccende, così come si riaccendono gli animi, nel pomeriggio durante il question time. A innescare la miccia è il ministro Danilo Toninelli, che esordisce: «Vedo nei banchi del Pd il deputato Romano e come legittimamente può contestare le iniziative del governo, il governo non può accettare che abbia dichiarato che una donna incinta non può presiedere». Insorgono i deputati dem ed è caos, tanto che il presidente di turno, Ettore Rosato, è costretto a sospendere la seduta. Ma la tensione resta alta e per tutta la giornata Lega e M5s sparano a zero sul Pd, accusando il partito guidato da Zingaretti di «sessismo».