governo ai ferri corti
Manovra, Conte attacca Salvini: "È una scorrettezza istituzionale"
Il vertice convocato al Viminale da Matteo Salvini con le parti sociali fa irritare il Movimento 5 Stelle, e anche in particolare il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che non la manda a dire al ministro dell’Interno: «Che un leader di una forza politica voglia incontrare le parti sociali la trovo una cosa buona e giusta - dice - e potrebbe farlo anche Di Maio. Se però - sottolinea - oggi qualcuno pensa che non solo si raccolgono proposte ma si anticipano temi e dettagli della manovra quello non è corretto affatto, si entra sul terreno di scorrettezza istituzionale». Parole forti, per rispondere a un Salvini che in effetti poco prima aveva approfittato di una pausa del vertice per un breve punto stampa in cui aveva dettato la propria agenda politica in previsione della prossima legge di bilancio, parlando sia di contenuti («dovremo operare un forte taglio delle tasse») che sui tempi: «Vogliamo una manovra fondata sul sì, sullo sblocco, sulla fiducia, sui cantieri. Qualsiasi tipo di blocco non è più accettato né accettabile e in tempi molto più celeri rispetto al passato, piuttosto si lavora per tutto luglio e tutto agosto. Mi piacerebbe che alla riapertura delle Camere si parlasse già di legge di bilancio». Conte ha risposto ricordando le proprie prerogative: «La manovra viene fatta qui con il ministro dell’Economia e tutti i ministri interessati. Non si fa altrove, non si fa oggi, e i tempi li decide il presidente del Consiglio e non altri». Peraltro, spiegano da Palazzo Chigi, da oltre due settimane Conte starebbe sollecitando la Lega a dare i nomi dei delegati che dovrebbero rappresentare la Lega stessa ai tavoli sulla manovra (sono 5 tavoli, tra cui anche quello sulla riforma fiscale), ma la Lega non avrebbe ancora indicato questi delegati. In compenso, al tavolo del Viminale è presente anche l’ex sottosegretario ai Trasporti Armando Siri, in qualità di responsabile economico della Lega, e anche questa presenza non piace molto a Conte: «Se siamo nella logica dell’incontro di partito ci sta bene la presenza di Siri, se siamo nella logica dell’incontro di governo non ci sta bene la presenza di Siri». Salvini, nel suo punto stampa, aveva parlando di rivalutazione di «tasse patrimoniali come Imu e Tasi» di «pace fiscale bis per le imprese» e aveva spiegato che «quella sul salario minimo è una discussione interessante, ma tutti dicono che occorre prima abbassare le tasse su chi i salari li paga» e aveva assicurato che «tutti gli intervenuti chiedono di accelerare sull’autonomia, che porta efficienza e taglia gli sprechi». «Non ci vogliamo sostituire a nessuno - aveva chiarito il leader leghista - ma siamo al governo ed è nostro dovere raccogliere i suggerimenti di chi rende l’Italia quello che è l’Italia».