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"Ero a Mosca con Savoini e i russi. Ecco che cosa ci siamo detti"

Spunta un avvocato internazionalista che rivela: "Una normale trattativa per comprare petrolio. Ma non si concretizzò". Intanto la procura di Milano pensa a una rogatoria internazionale. Salvini: "Buona caccia al tesoro che non esiste"

Daniele Di Mario
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Spunta un secondo uomo nella controversa vicenda dell'incontro a Mosca del 18 ottobre scorso tra Gianluca Savoini, fedelissimo di Matteo Salvini, due italiani e tre russi. Un summit, quello all'Hotel Metropol, in cui si sarebbe parlato di forniture petrolifere e soldi da girare alla Lega. Circostanza respinta con forza dal segretario del Carroccio Matteo Salvini, che, nel prendere le distanze da Savoini, annuncia querele. All'incontro del Metropol avrebbe partecipato anche l'avvocato internazionalista Gianluca Meranda, che scrive una lettera al quotidiano "la Repubblica" per chiarire cosa è realmente accaduto quel 18 ottobre. «Ho partecipato alla riunione all'Hotel Metropol di Mosca e ho conosciuto Savoini...», spiega Meranda che sostiene di essere il "Luca" delle intercettazioni al Metropol. «Indicato come il "banchiere Luca" nelle intercettazioni che riguardano l'inchiesta "Moscopoli" - esordisce nella lettera - sono in realtà un avvocato internazionalista che esercita la professione legale da più di 20 anni tra Roma e Bruxelles, anche nel ramo del diritto d'affari. Tra i clienti dello studio figurano - scrive Meranda - compagnie petrolifere e banche di affari italiane ed estere con cui quotidianamente e da molto tempo vengono intrattenuti rapporti fiduciari di natura esclusivamente professionale. Avendo riguardo alle vicende che vi preoccupano, specifico di aver partecipato alla riunione del 18 ottobre 2018 a Mosca in qualità di General Counsel di una banca d'affari anglo-tedesca debitamente autorizzata al c.d. commodity trading ed interessata all'acquisto di prodotti petroliferi di origine russa». «Confermo di aver conosciuto il dottor Gianluca Savoini e di averne apprezzato l'assoluto disinteresse personale nei pochi incontri avuti in relazione alle trattative - spiega l'avvocato nella lettera - I restanti interlocutori all'incontro del 18 ottobre sono professionisti che a vario titolo si occupano di questa materia, esperti sia in compravendite internazionali, sia di prodotti specifici (oil products) che in quel momento erano oggetto del negoziato. Come spesso accade in questo settore, e nonostante gli sforzi delle parti, la compravendita non si perfezionò». Intanto la procura di Milano, che sta indagando per corruzione internazionale e ha iscritto il presidente dell'associazione Lombardia-Russia Savoini nel registro degli indagati, sta valutando la possibilità di avviare una rogatoria in Russia. I magistrati della procura di Milano, che hanno in mano il fascicolo, Sergio Spadaro, Fabio De Pasquale e Gabriele Ruta, intendono appurare eventuali flussi finanziari tra Mosca e la Lega, dopo l'incontro all'Hotel Metropol, di cui il sito BuzzFeed ha pubblicato l'audio. Registrazione che è stata acquisita agli atti. Intanto il segretario leghista Salvini minimizza: - «Non parlo di soldi alla Russia che non esistono, anzi auguro buona caccia al tesoro ai magistrati che li stanno cercando in Russia, in Lussemburgo o al Polo Nord o Sud. Io parlo di sicurezza e vita reale. Mi autodenuncio - scherza mostrando due biglietti - nel mio ministero gira merce compromettente. Non so se c'è qualche magistrato che sta vedendo questa diretta: mi hanno dato due, non uno ma due biglietti per la lotteria di beneficenza di San Pietro apostolo, due biglietti sottobanco. Il primo premio è un tv Led di 49 pollici, sicuramente arriva dalla Russia...».

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