Soldi russi, Conte difende Salvini
I rapporti tra Lega e Russia al centro di un'indagine della Procura di Milano
Rubli o non rubli, Matteo Salvini nella partita (ormai anche giudiziaria) sui finanziamenti russi alla Lega, può contare sul suo presidente del Consiglio. Mentre il Movimento 5 Stelle continua a chiedere che il Carroccio faccia chiarezza, ma senza affondare il colpo, al massimo marcando le differenze dall’alleato di governo, "l’avvocato del popolo" indossa la toga politica per difendere il suo vicepremier: «È stata aperta un’inchiesta, la magistratura deve fare il suo corso», ma «io ho fiducia in Salvini». Non sembra il classico atto dovuto per difendere l’onore della coalizione. Giuseppe Conte continua ad essere mosso dal principio «ad ognuno le proprie responsabilità», ma in attesa che vengano «fatte le opportune verifiche», rivendica la «fiducia» nel leader del Carroccio, ’confessandò pure di «non aver sentito l’audio di cui si parla». Gli sono bastate le «dichiarazioni di Salvini». Un’apertura di credito niente male per il ministro dell’Interno. Al contrario dei Cinquestelle, che pur non attivando campagne mediatiche e social come nel recente passato, continuano a punzecchiare il ’sociò. Una cosa la mettono in chiaro subito: non ci sarà una Diciotti bis, quando il M5S si espose addirittura con la piattaforma Rousseau per evitare a Salvini l’inchiesta del Tribunale dei ministri di Catania per sequestro di persona, ai tempi del primo caso Sea Watch. Stavolta la musica è cambiata, i rapporti sono decisamente più logori di un anno fa e la storia che coinvolge via Bellerio molto più ampia e scottante. E anzi «Votiamo sì a una commissione d’inchiesta sui finanziamenti a tutti i partiti, associazioni e fondazioni collegate - fanno sapere i pentastellati Dal Pd aspettiamo ancora i nomi dei componenti della commissione d’inchiesta sulle banche». I dem infatti avevano presentato 3 interrogazioni per chiedere che il ministro dell’Interno si presentasse a palazzo Madama sull’accaduto: «Ci aspettiamo da tutte le forze politiche presenti in Parlamento una convinta adesione alla nostra proposta perché proteggere la democrazia italiana. Chi dovesse opporsi alla Commissione di inchiesta dimostrerebbe di non avere a cuore la ricerca della verità e la tutela delle nostre istituzioni», era la sfida di Marcucci e Delrio. Le interrogazioni comunque sono state bocciate dalla Casellati, scatenando la polemica in aula. I testi, spiegano dal Senato, sono tecnicamente inammissibili in quanto contenenti mere supposizioni. Nessuna posizione ’faziosà quindi del Presidente del Senato, come avevano accusato i Dem, ma esclusivamente l’osservanza del Regolamento che, all’articolo 145, prevede che il contenuto di un’interrogazione abbia un oggetto determinato. Per Salvini comunque la richiesta di una commissione di inchiesta è «ridicola». «Io grazie a Dio non ho bisogno di chiedere soldi a nessuno - assicura - Quando vado in Russia o negli Stati Uniti non chiedo soldi se non per le aziende italiane. Ho fatto sempre tutto nella massima trasparenza». La realtà, per il Capitano, è un’altra: «Siamo scomodi, mi è evidente, siamo indagati, ascoltati e processati, sono e siamo minacciati», dice in una diretta Facebook lamentando che «la nuova Europa non nasce tanto bene, si distribuiscono poltrone e poltroncine a tutti ma non ai leghisti, il partito più votato in Italia e in Europa non deve avere nè una presidenza nè una vicepresidenza neanche dell’ultima delle commissioni perchè sono razzisti, fascisti, nazisti, populisti, prendono i soldi in Russia, prendono i soldi in Africa negli Stati Uniti, in Groenlandia: zero». Il Capitano assicura a «Anm e Csm che ho pieno rispetto del lavoro della magistratura, ma se cercate rubli a casa mia o nelle casse della Lega non li trovate». E sfida: «Da Mosca io ho sempre portato a casa matriosche, Masha e Orso per mia figlia, e chiunque dica il contrario mente sapendo di mentire».