IL FUTURO DEL GOVERNO
Conte rassicura: eviteremo la procedura d'infrazione Ue
Evitare la procedura di infrazione, assicurare all’Italia un portafoglio economico di rilievo. È la doppia missione di Giuseppe Conte, al tavolo dei leader europei domani e venerdì per la riunione del Consiglio e dell’Eurosummit. Parlando al Parlamento - stamattina alla Camera, oggi pomeriggio al Senato - il presidente del Consiglio ha ribadito la compattezza del suo esecutivo nell’evitare di incorrere nella scure di Bruxelles per debito eccessivo, «ma - ha sottolineato - siamo anche tutti convinti della nostra politica economica». La linea è sempre la stessa: sì al dialogo costruttivo, con l’assicurazione che «l’Italia intende rispettare le regole europee» ma «senza che ciò impedisca che ci facciamo anche portatori di una riflessione incisiva su come adeguare le regole stesse affinché l’Unione sia attrezzata ad affrontare crisi finanziarie sistemiche e globali e assicuri un effettivo equilibrio tra stabilità e crescita e tra riduzione e condivisione dei rischi». Binomi, sottolinea il premier, che sono «complementari e non in contrasto tra loro» come invece, accusa, sostengono i fautori dell’austerity, un approccio che ha costretto l’Europa a criticare a posteriori decisioni pagate sulla propria pelle dai cittadini, con un prezzo molto elevato «per la credibilità stessa del progetto europeo, una credibilità che i fautori dell’austerity a oltranza dichiarano, almeno a parole, di avere a cuore». Conte ne ha parlato nel vertice mattutino con i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giovanni Tria, anche alla luce dell’interlocuzione tecnica in corso con la commissione e della lettera che lo stesso premier intende inviare nelle prossime ore a Bruxelles per tentare, ancora, di convincere l'Ue che le stime sulla crescita e sul debito italiano sono migliori di quanto previsto e dunque la procedura di infrazione è ingiustificata. Ma quando arriva nell’aula di Montecitorio i tre non sono al suo fianco: tra i banchi del governo ci sono solo il ministro degli Esteri Moavero Milanesi e quello dei rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, oltre ad alcuni sottosegretari. Una solitudine che le opposizioni non mancano di sottolineare, così come la mancanza di applausi da parte della maggioranza. Conte non se ne cura e illustra tutti i principali dossier sul tavolo del Consiglio Ue, a partire da quello delle nomine. Bisogna dare un segnale ai cittadini, esorta il premier, dimostrando la capacità di tenere conto della domanda di cambiamento. Serve una «logica di pacchetto», suggerisce «in modo da poter avere una visione complessiva e unitaria di tutte le varie posizioni e di tutti gli equilibri». Le ambizioni italiane sono note: «L’Italia auspica per sé, in linea col suo ruolo nella storia e nel futuro dell’Europa, un portafoglio economico di prima linea». Ma Conte non si limita a puntare a un commissario di rilievo, bensì illustra un’agenda per la legislatura europea, che va dai migranti ai diritti sociali, dal budget dell’Eurozona all’impulso per gli investimenti passando per la lotta ai cambiamenti climatici, la tutela dell’agricoltura, il contrasto alla criminalità organizzata e la politica estera.