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Beffa Zingaretti, non prende un voto ai grillini

Ai ballottaggi gli elettori dei Cinquestelle preferiscono l'ombrellone ai candidati del Pd

Carlantonio Solimene
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Se l'obiettivo della segreteria di Nicola Zingaretti doveva essere quello di riavvicinare al Partito democratico i delusi del MoVimento 5 Stelle, finora può dirsi largamente fallito. Il ballottaggio delle amministrative, che vedeva i candidati grillini fuori da quasi tutte le partite, non ha mai premiato i Dem. Gli elettori dei Cinquestelle, quindi, invece che schierarsi per gli esponenti del Pd, hanno preferito andarsene al mare. Il dato emerge dall'analisi dei flussi di voto che YouTrend ha realizzato su due delle sfide più sentite di questa tornata, quelle di Livorno e Ferrara. In entrambi i casi i candidati dei Cinquestelle erano rimasti fuori dal secondo turno. A Livorno l'ha spuntata Luca Salvetti del centrosinistra, ma solo grazie all'apporto degli elettori di Marco Bruciati, candidato di Potere al Popolo che al primo turno aveva raccolto quasi il 15%. Gli elettori del MoVimento 5 Stelle, invece, si sono quasi tutti astenuti. Comportamento analogo, ma con risultato opposto, a Ferrara. Dove il Pd ha arricchito l'offerta politica del candidato Aldo Modonesi grazie all'apparentamento con le liste che al primo turno sostenevano Roberta Fusari. Ma non è bastato per fermare Alan Fabbri della Lega, anche perché i grillini in stragrande maggioranza si sono astenuti. Paradossale, poi, il caso del Molise, dove nei giorni precedenti al voto si era vociferato di un accordo di non belligeranza tra Pd e M5S per fare in modo che i Dem spingessero il candidato grillino a Campobasso e il contrario avvenisse a Termoli. Ebbene, se intesa c'è stata, ha funzionato solo nel primo caso, dove il grillino Gravina ha raddoppiato i suoi voti rispetto al primo turno e centrato la rimonta sul candidato del centrodestra. A Termoli, invece, Angelo Sbrocca del centrosinistra ha guadagnato appena 500 voti rispetto al primo turno e al ballottaggio si è fermato a un deludente 39%. I grillini, insomma, di ricucire con il Pd non sembrano avere una gran voglia. E questo spiana ancora più la strada alle mire di Matteo Salvini.

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