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Striscione contro Salvini e Di Maio. E scoppia il putiferio

La Digos blocca l'esposizione e la Questura chiarisce: "Lesivo del decoro urbano"

Silvia Sfregola
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Uno striscione di 108 metri quadrati resta arrotolato nel gazebo della Uil a Piazza del Popolo per l'intervento della Digos durante la manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil per il rinnovo dei contratti della Pa. L'enorme manifesto raffigura i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, con una scritta che campeggia sopra le loro teste: «Mettersi contro il sindacato porta sfiga». «Mattè, dicono che mettese contro il sindacato porta male», dice Di Maio, «Sì, Giggino, lo so. Infatti mi sto a portà avanti con il lavoro», risponde Salvini raffigurato con la maglia blu della Uil Fpl intento a scattarsi un selfie. Dopo circa tre ore arriva la spiegazione della Questura, «è evidente come non si sia trattato di alcun atto di censura, come erroneamente da alcuni denunciato». In un comunicato la Polizia assicura che «nessuna valutazione è stata fatta circa l'aspetto contenutistico, ma si è ritenuto che lo striscione fosse lesivo del decoro paesaggistico». La questura spiega inoltre che «è prevista una comunicazione preventiva ai competenti uffici del Comune nel caso in cui si voglia procedere a tali esposizioni che, nella circostanza, non è stata effettuata, così come confermato dagli uffici capitolini. Lo striscione è stato poi ripiegato autonomamente dai manifestanti e lasciato nella loro libera disponibilità. Giova precisare che già in precedenti e analoghe situazioni non è stata consentita l'esposizione di manifesti e di striscioni nel medesimo posto». La polemica si accende quando il segretario generale della Uil Fpl, Michelangelo Librandi, racconta ai giornalisti che l'intenzione era quella di mettere «lo striscione al Pincio perchè molto grande, ma ci hanno bloccato. Abbiamo poi provato a metterlo per strada ma è intervenuta la Digos dicendo che visto che era contro i due vicepremier questo striscione non poteva essere aperto. Lo abbiamo portato qui in piazza del Popolo al gazebo e mi dicono che ci sono persone delle Digos che ci piantonano perché non lo dobbiamo aprire. Oltretutto era uno striscione solo ironico. Non mi sembra che ci sia nulla di offensivo». Immediate le reazioni del Pd e Sinistra Italiana che premono per un chiarimento dal questore e dal governo. «Spero che la vicenda dello striscione vietato alla manifestazione di oggi non sia vera o frutto di un equivoco, altrimenti sarebbe un fatto gravissimo da chiarire con estrema urgenza», scrive il vice segretario Pd, Andrea Orlando. «È stato introdotto il reato di lesa maestà? Sono vietati gli striscioni ironici su Salvini e Di Maio? Il ministro dell'Interno può spiegare una volta per tutte?», gli fa eco il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci. A ricordare i precedenti è Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, «prima il sequestro delle lenzuola sui terrazzi, ora il blocco degli striscioni (ironici) ai cortei. Immagino che la prossima mossa sarà bloccare del tutto manifestazioni e scioperi, poi forse gli arresti preventivi?». Il riferimento è alla rimozione dello striscione da un balcone di Milano che era stato esposto il mese scorso contro il vicepremier Matteo Salvini. Da quell'episodio in poi si erano moltiplicate le iniziative degli striscioni contro il leader della Lega esposti sui balconi.

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