l'appello del presidente
Mattarella: "Democrazia incompatibile con chi crea paure e conflitti"
Breve e sintetico, tanto da dare la dimensione delle preoccupazioni per un momento politico turbato da litigi e contrasti, che si consumano quotidianamente all’interno della maggioranza, e dalle difficoltà del governo a dare risposte per la tenuta dei conti pubblici. Sergio Mattarella accoglie il corpo diplomatico al Quirinale e apre i festeggiamenti per la festa della Repubblica. Un monito in quel passaggio quasi alla fine del discorso, quando evidenzia come «ogni ambito, libertà e democrazie non sono compatibili con chi alimenta conflitti, con chi punta a creare opposizioni dissennate fra le identità, con chi fomenta scontri, con la continua ricerca di un nemico da individuare, con chi limita il pluralismo». L’appello dell’inquilino del Colle è ad abbassare i toni e mantenere il «rispetto reciproco nella libertà e nella legalità internazionale, per avanzare sulla strada del progresso con il dinamismo che contrassegna il mondo contemporaneo in cui viviamo». Un messaggio per chi alimenta polemiche sulla parata della Festa della Repubblica «simbolo del ritrovamento della libertà e della democrazia da parte del nostro popolo». Mattarella, infatti, ricorda con vigore che si tratta di «un appuntamento che rinsalda da parte dei cittadini la loro adesione leale e il loro sostegno all’ordinamento repubblicano, nella sua articolazione, allo stesso tempo unitaria e rispettosa delle autonomie, sociali e territoriali». Il ricevimento pomeridiano vede il tutto esaurito, con lunghe file al portone principale del palazzo. Gli invitati, dicono dal cerimoniale del Quirinale, sono sempre gli stessi, ma forse quest’anno sono state meno le defezioni. Il governo è al completo, i due vicepremier sembrano sotterrare l’ascia di guerra, ma i nervi, è evidente, sono tesissimi. Il capo dello Stato saluta il 73esimo anniversario della Repubblica con un futuro incerto e una stabilità finanziaria traballante. Il governo, strette di mano e abbracci a parte, che sanno poco di spontaneità, ha un equilibrio precario, fragile, forse troppo, al più innocuo inciampo.