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Tria invia la lettera all'Ue. E non parla di Reddito e Quota 100

Salta il riferimento ai tagli del welfare. Scontro Lega-M5s

Davide Di Santo
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Dopo una giornata di annunci e smentite è partita la lettera del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, alla Commissione europea. La risposta ai rilievi sollevati sul debito è accompagnata da un documento di 58 pagine nel quale si esaminano i fattori rilevanti che influenzano l'andamento del debito pubblico in Italia.  "L'utilizzo delle nuove politiche di welfare è finora inferiore alle stime sottostanti alla legge di bilancio per il 2019", scrive Tria nella lettera di risposta ai rilievi di Bruxelles sul debito pubblico. Il ministro richiama "lo spirito di collaborazione che ha consentito di raggiungere l'accordo dello scorso dicembre" e sottolinea che per il 2018, "sebbene le condizioni macroeconomiche non abbiano consentito all'Italia di soddisfare gli sfidanti requisiti della Regola di riduzione del debito", il Governo "abbia seguito un approccio prudente e responsabile".  Salta pertanto il riferimento ai tagli al welfare e a reddito di cittadinanza e quota 100 che avevano agitato la giornata politica. Nel testo inviato a Bruxelles si indica in modo più generico che "il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche tributarie". Resta, anche se più sfumato, il riferimento alla flat tax "nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo". "Mi sorprende la smentita del Ministro Tria sulla versione della lettera pubblicata dagli organi di informazione. Nel pomeriggio anche io ho visto una bozza della lettera che girava con quei contenuti e purtroppo quel passaggio sul taglio al welfare c'era ancora", dichiara il viceministro all'Economia Laura Castelli. "Come sempre sono disponibile a supportare il ministro per rivederne il contenuto. Mi rincuora, nel rispetto dell'azione e della volontà del Governo,  che il Presidente Conte, prendendone visione, abbia deciso di correggere alcuni aspetti per noi irricevibili, come il taglio alla spesa sociale".  

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