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Tria spegne lo spot M5s sulla famiglia
Il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha spento la miccia del fuoco di artificio preparato dal leader del M5s Luigi Di Maio alla vigilia del voto europeo, spiegando ieri mattina in tv che il miliardo che si sarebbe risparmiato con il reddito di cittadinanza non esiste, e quindi non può essere utilizzato a copertura della legge sulla famiglia. Tria ha ragione, perché finché fanno la campagna elettorale in tv o sui social tutti possono tentare di abbindolare chi si vuole, ma quando si tratta di mettere in gioco soldi che appartengono a tutti i cittadini, quella libertà di spot viene meno. Ci sono norme contabili che impediscono di utilizzare minori spese prima che queste vengano effettivamente certificate. Possono esserlo solo a fine anno, e dovrebbe saperlo anche il M5s. In queste settimane sono stati loro a replicare ai molti delusi dagli scarsi importi del reddito di cittadinanza ricevuto che in corso d' anno l'assegno sarebbe cambiato. I calcoli infatti erano stati fatti sulla base dell'Isee 2017, perché le dichiarazioni dei redditi 2018 non erano disponibili. Tanti italiani che hanno perso reddito nel 2018, avranno diritto a quello di cittadinanza tornando a fare domanda da giugno in poi. Quindi al momento né il governo né l'Inps sono in grado di capire se e quanto si risparmierà. Quei soldi non ci sono, non si sa nemmeno se ci saranno e quindi non possono essere utilizzati. Fine dello spot. Tria poi ha detto un'altra cosa che ha fatto scalpore: i vecchi 80 euro di Renzi verranno trasformati in sconto fiscale all'interno di un provvedimento che taglierà le tasse. Saranno riassorbiti nel modulo di flat tax inserito nella legge di bilancio 2020. Perché all'inizio Renzi aveva elargito gli 80 euro come una regalia, sorta di sussidio che diventava maggiore spesa pubblica. Poi giurò che ne avrebbe cambiato la natura, facendolo diventare uno sconto fiscale. Pensavamo fosse avvenuto, invece era uno dei tanti ballon d'essai lanciati dall'ex leader del Pd...