comizio al duomo
Salvini riempie la piazza sovranista
«Noi insieme stiamo costruendo il futuro, qua non c’è l’ultradestra ma la politica del buonsenso». Matteo Salvini fa da padrone di casa in piazza Duomo, a Milano, 'Prima l’Italia! Il buonsenso in Europa'. I centomila della vigilia non ci sono, anche complice la pioggia, e non spuntano numeri ufficiali, ma il leader della Lega sente «l’aria buona» in vista delle elezioni del 26 maggio e ospita i rappresentanti di altri 11 movimenti sovranisti europei, da Marine Le Pen all’olandese Geert Wilders, che si dicono pronti a colmare le distanze fra le élite e i popoli. «Gli estremisti - tuona dal palco il ministro dell’Interno - sono quelli che hanno governato l’Europa per vent’anni nel nome della precarietà. In questa piazza non ci sono estremisti, fascisti e razzisti». E poi un messaggio anche al collega di governo, Luigi Di Maio: «Non ci sono ultrà. Siamo estremisti del buonsenso, questo sì». I bersagli sono i soliti, da Macron a Merkel, da Juncker a Soros. Ma il leader della Lega, durante il suo intervento in piazza, è pronto a lanciare proposte e segnali anche ai Cinquestelle. Tra gli esempi positivi, cita Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ma poi passa all’attacco sul tema migranti: «Lo dico anche a Sua Santità Papa Francesco, che dice che bisogna ridurre i morti nel Mediterraneo. La politica di questo governo sta azzerando i morti, con spirito cristiano». E alcuni in piazza fischiano Bergoglio. D’altro canto, Salvini torna a mostrare, a fine comizio, il rosario in piazza Duomo, fa più volte il segno della croce e manda baci alla Madonnina. Sembra di essere tornati indietro di oltre un anno, quando sempre in piazza Duomo i leghisti si erano riuniti prima delle politiche. «Io personalmente affido l’Italia, la mia e la vostra vita - aggiunge - al cuore immacolato di Maria che sono sicuro ci porterà alla vittoria». Se quella che definisce «la carta dei diritti dei popoli europei sarà il primo documento» che i sovranisti presenteranno al prossimo Parlamento europeo, con cui «al posto del dio denaro, torniamo a parlare di diritti, di futuro e di speranza», nel contempo, Salvini parla anche al popolo leghista: «Se serve, per voi do la vita». E poi assicura che la Lega è garanzia di stabilità per il governo e che il prossimo obiettivo sarà la flat tax («Se ci date i numeri, la faremo»). Intanto, però, continua con le citazioni e i ringraziamenti, da Giovanni Falcone a Galileo Galilei, da Alcide De Gasperi a Charles De Gaulle, fino ad Oriana Fallaci. «Chi nega le sue radici - ammonisce - è un traditore e non ricostruisce il suo futuro, altrimenti rischieremmo di spalancare le porte all’Eurabia». Insomma, musica per le orecchie degli altri sovranisti europei arrivati a Milano. «Basta diktat dal super Stato europeo, basta Islam, basta immigrazione», sbotta il leader del Partito per la libertà olandese, Geert Wilders. E gli fa eco la numero uno del Rassemblement National, Marine Le Pen: «Diciamo no a questa immigrazione che sommerge i nostri Paesi». I sovranisti, dai bulgari ai cechi, dai belgi agli slovacchi, passando anche per i danesi, i finlandesi, gli austriaci (colpiti in patria dalla bufera dei presunti rapporti con i russi) e i tedeschi, si dicono pronti a «cambiare la storia». La posta è alta. Non resta che aspettare il risultato delle urne del 26 maggio.