sotto assedio
Indagini, spread e proteste. Salvini è accerchiato
A rendere chiaro il concetto (e l’umore) ci ha pensato un leghista di rango e dal linguaggio tutt’altro che felpato come Claudio Borghi: «Godiamoci con serenità l’assalto finale del sistema e prima di votare facciamoci vedere in Piazza». Di cosa parla? Dell’operazione «accerchia-Salvini»: l’attacco concentrico nei confronti del ministro dell’Interno lanciato nelle piazze (ieri nuovi scontri tra centri sociali e forze dell’ordine a Napoli durante il suo comizio) così come dai mercati finanziari, dagli avversari così come dagli alleati e che monta di giorno in giorno quando manca ancora più di una settimana al voto. Ciliegina (amara) sulla torta? Le inchieste e gli arresti, come quello del sindaco di Legnano. «Ho fiducia nei miei uomini e nella magistratura», ha ribadito ieri il leader della Lega ammettendo che si tratta «di un attacco senza eguali». A maggior ragione perché le parole più pesanti ieri sono giunte dal sodale di governo, con Luigi Di Maio che di fronte a ciò ha pensato bene di lanciare il suo contro-referendum: «Il 26 maggio la scelta sarà tra noi e questa nuova tangentopoli». Se parallela è giunta ieri la solidarietà nei confronti del «Capitano», diventata anche virale con l’hastag #SalviniNonMollare, la piazza di domani a Milano allora si candida già come un test fondamentale per il leader per sondare gli effetti di questa campagna. Riavvolgiamo un attimo il nastro. In principio furono i famosi «49 milioni» sequestrati alla Lega e il delicato caso Diciotti, con la richiesta del Tribunale dei ministri di... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI