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Nomine pilotate, arrestato il sindaco leghista di Legnano
Bufera sul Comune di Legnano, in provincia di Milano. Il sindaco leghista Gianbattista Fratus, il vicesindaco di Forza Italia Maurizio Cozzi e l’assessore alle opere pubbliche Chiara Lazzarini sono stati arrestati a vario titolo per corruzione, turbativa d’asta e corruzione elettorale su ordine del gip Piera Bossi del tribunale di Busto Arsizio. L’inchiesta 'Piazza pulita' ruota attorno alle procedure di selezione, secondo l’accusa pilotate per favorire personaggi «graditi», di dirigenti e professionisti. In tutto sono 11 gli indagati. Le fiamme gialle hanno perquisito l’ufficio di Fratus a cui, eletto poco meno di due anni fa, sono stati concessi gli arresti domiciliari, come anche alla Lazzarini. In carcere, invece, è finito Cozzi. Il prefetto di Milano, Renato Saccone, ha sospeso dalla carica il primo cittadino, nominando il viceprefetto Cristiana Cirelli commissario per la provvisoria gestione dell’ente. Il coordinamento regionale di Forza Italia in Lombardia ha disposto invece la sospensione dal partito di Cozzi e Lazzarini. Stando a quanto ricostruito dalla guardia di finanza, coordinata dal pm Nadia Calcaterra, le procedute «pilotate» riguarderebbero la selezione di un dirigente per lo sviluppo organizzativo del Comune di Legnano, la nomina del nuovo direttore generale della municipalizzata dei rifiuti Agma Legnano Spa e l’affidamento di un incarico professionale in una partecipata Euro.pa Service Srl. Inoltre nel 2017 Fratus, in occasione delle elezioni amministrative, avrebbe promesso a un candidato escluso al primo turno in cambio di voti al ballottaggio un incarico in una società pubblica. Promessa, per gli inquirenti, mantenuta con la nomina della figlia di quest’ultimo nella partecipata Aemme Linea Ambiente Srl. Un fulmine a ciel sereno a dieci giorni dalle europee e una settimana dopo la maxi inchiesta della Dda di Milano che ha portato all’esecuzione di 43 misure cautelari per un presunto sistema corruttivo in Lombardia. Il vicepremier Luigi Di Maio attacca: «C’è un’emergenza corruzione enorme in questo Paese con una tangentopoli bis che stiamo vivendo nelle inchieste che si susseguono ormai ogni giorno nelle ultime tre settimane. E alle elezioni del 26 maggio la scelta è tra noi e tangentopoli bis». Replica il ministro dell’Interno: «Sapevo che combattere la mafia, il business dell’immigrazione clandestina mi avrebbe portato qualche nemico potente. Non mi spaventano gli attacchi da parte di tutti, vado avanti più forte che mai». Matteo Salvini rimarca: «Sono orgoglioso di far parte di questo governo e del partito che rappresento e mi rappresenta. Per qualcuno siamo tutti presunti colpevoli. Secondo me, in Italia ci sono 60 milioni di presunti innocenti. Così funziona, non per tutti».