Salvini-Di Maio prove di pace. Su Siri deciderà il premier Conte
Sul caso Siri sarà il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a decidere. A giorni vedrà il sottosegretario e prenderà una decisione, riferiscono fonti di Palazzo Chigi. Il premier non avrebbe avanzato nessuna richiesta di dimissioni per il sottosegretario Armando Siri, indagato in un'inchiesta per corruzione. Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini rispondendo a chi gli chiedeva se avesse ricevuto una richiesta di dimissioni per il sottosegretario della Lega da parte del premier. "No", ha detto secco Salvini. La domanda vera è: il governo andrà avanti? "Chiedete agli amici cinquestelle", risponde il ministro dell'interno Matteo Salvini. "Mi sono impegnato a non rispondere più alle provocazioni - ha aggiunto il vicepremier dopo la notte di fuoco sul salva-Roma - anche oggi ho letto tra le 5 e le 10 dichiarazioni contro di me. I ministri e i deputati della Lega hanno avuto indicazione di non replicare. Per quello che mi riguarda lavorerò per l'Italia nei prossimi anni e spero che anche gli altri vogliano lavorare". La risposta arriva per bocca del vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio: "Stop polemiche, il governo va avanti altri 4 anni. Ogni ministro deve pensare a fare il suo e il M5S vuole andare avanti per altri 4 anni. E' un esecutivo che può cambiare davvero le cose e noi ci crediamo. Quindi abbandoniamo anche i vittimismi. Non mi è mai piaciuto chi tira il sasso e poi nasconde la mano. Io sono sempre stato abituato a metterci la faccia davanti ai problemi. Mettiamocela insieme e cambiamo il Paese". Tra i motivi di frizione nella maggioranza il caso Siri. "Non accostate mai il mio nome e quello della Lega alla mafia. Chi parla di Lega deve sciacquarsi la bocca perché con la mafia non abbiamo nulla a che vedere", aveva detto il vicepremier rispondendo alle richiesta di dimissioni del sottosegretario Armando Siri arrivata dai cinquestelle.